Welfare aziendale e conguaglio per datori con lavoratori iscritti alla Gestione pubblica

L’INPS fornisce le istruzioni riguardo alle modalità di esposizione dei dati relativi all’operazione di conguaglio nella sezione <ListaPosPA> del flusso Uniemens (INPS, messaggio 14 febbraio, n. 674).

Dopo aver dato (con il messaggio n. 4616/2022) le indicazioni operative per il recupero/restituzione della contribuzione relativa alla quota di fringe benefit erogata da parte dei datori di lavoro, da effettuare nella sezione <PosContributiva> del flusso Uniemens, l’INPS si rivolge ora ai datori di lavoro con lavoratori iscritti alla Gestione pubblica, fornendo le istruzioni per effettuare le analoghe operazioni di conguaglio anche nella sezione <ListaPosPA>.

 

Pertanto, l’Istituto rende noto che, in sostituzione della denuncia già inviata, è necessario trasmettere, per ciascun periodo di riferimento precedentemente dichiarato, l’elemento V1, Causale 5, con l’indicazione di tutti i dati giuridici ed economici, in tutti i casi in cui a seguito di operazioni di conguaglio è necessario assoggettare a contribuzione la quota di retribuzione imponibile precedentemente omessa, oppure si debba effettuare il recupero della quota di fringe benefit precedentemente assoggettata a contribuzione.

 

All’esito dell’operazione effettuata, a seconda della fattispecie di cui sopra detto, si determinerà un importo disponibile per il datore di lavoro oppure quest’ultimo dovrà provvedere al versamento della contribuzione differenziale dovuta.

L’INPS fornisce le istruzioni riguardo alle modalità di esposizione dei dati relativi all’operazione di conguaglio nella sezione <ListaPosPA> del flusso Uniemens (INPS, messaggio 14 febbraio, n. 674).

Dopo aver dato (con il messaggio n. 4616/2022) le indicazioni operative per il recupero/restituzione della contribuzione relativa alla quota di fringe benefit erogata da parte dei datori di lavoro, da effettuare nella sezione <PosContributiva> del flusso Uniemens, l'INPS si rivolge ora ai datori di lavoro con lavoratori iscritti alla Gestione pubblica, fornendo le istruzioni per effettuare le analoghe operazioni di conguaglio anche nella sezione <ListaPosPA>.

 

Pertanto, l’Istituto rende noto che, in sostituzione della denuncia già inviata, è necessario trasmettere, per ciascun periodo di riferimento precedentemente dichiarato, l’elemento V1, Causale 5, con l’indicazione di tutti i dati giuridici ed economici, in tutti i casi in cui a seguito di operazioni di conguaglio è necessario assoggettare a contribuzione la quota di retribuzione imponibile precedentemente omessa, oppure si debba effettuare il recupero della quota di fringe benefit precedentemente assoggettata a contribuzione.

 

All’esito dell’operazione effettuata, a seconda della fattispecie di cui sopra detto, si determinerà un importo disponibile per il datore di lavoro oppure quest’ultimo dovrà provvedere al versamento della contribuzione differenziale dovuta.

Fondo Fisa: modifiche ai servizi offerti

Per l’anno 2023 sono state effettuate delle modifiche ai servizi di analisi del sangue, spese pre e post ricovero, spese funebri e alta specializzazione

Sono state effettuate, per l’anno 2023, delle modifiche ai servizi offerti dal Fondo FISA, Fondo di Assistenza Sanitaria per i Lavoratori Agricoli e Florovivaisti. Il Fondo eroga prestazioni integrative dell’assistenza pubblica con finalità sanitarie, antinfortunistiche e sociali. 

 

Analisi del sangue
Per le analisi del sangue, è stato eliminato il limite di un esame l’anno. Le analisi del sangue potranno essere rimborsate fino al raggiungimento del massimale di 200,00 euro l’anno, dietro presentazione di una prescrizione medica in cui sia indicata una patologia accertata o presunta.

 

Area Ricovero

Per l’Area ricovero:
– la diaria per i ricoveri senza intervento chirurgico verrà erogata qualora la degenza sia pari o superiore a 3 pernottamenti (non più pari o superiore a 4 pernottamenti);
– le spese pre-ricovero verranno rimborsate per visite e accertamenti effettuati nei 120 giorni precedenti il ricovero (non più 90 giorni);
– le spese post-ricovero verranno rimborsate per visite, accertamenti e terapie riabilitative effettuati nei 200 giorni successivi alla dimissione (non più 120 giorni);
– il massimale annuo per le spese pre e post ricovero rimborsate per i ricoveri in regime pubblico, contestualmente all’indennità giornaliera, sarà di 1.500,00 euro per persona (non più 1.000,00 euro).
Il massimale per le Spese accompagnatore sarà di 70,00 al giorno, rispetto ai 52,00 euro precedenti. Verranno inoltre rimborsate le spese per l’accompagnatore anche nel caso di ricoveri in regime pubblico, qualora il ricovero avvenga fuori dalla Regione di residenza (non più solo per i ricoveri privati). 

 

Rimborso spese funebri

Il rimborso delle spese funebri verrà effettuato qualora il decesso avvenga entro i 50 giorni dalle dimissioni dall’istituto di cura (non più 20 giorni). Rimangono invece invariati gli altri criteri di liquidazione.

 

Alta Specializzazione

Per l’Alta specializzazione sono state aggiunte due ulteriori prestazioni:
– Ecodoppler/ecocolordoppler agli arti superiori;  
– Ecografia mammaria per donne con età superiore ai 40 anni.
La spesa verrà liquidata con l’applicazione di una franchigia di 40,00, se eseguita in regime privato. Se, invece, eseguita con il sistema sanitario nazionale la spesa verrà rimborsata senza l’applicazione di scoperto o franchigia.                                                                        

Per l'anno 2023 sono state effettuate delle modifiche ai servizi di analisi del sangue, spese pre e post ricovero, spese funebri e alta specializzazione

Sono state effettuate, per l'anno 2023, delle modifiche ai servizi offerti dal Fondo FISA, Fondo di Assistenza Sanitaria per i Lavoratori Agricoli e Florovivaisti. Il Fondo eroga prestazioni integrative dell’assistenza pubblica con finalità sanitarie, antinfortunistiche e sociali. 

 

Analisi del sangue
Per le analisi del sangue, è stato eliminato il limite di un esame l’anno. Le analisi del sangue potranno essere rimborsate fino al raggiungimento del massimale di 200,00 euro l’anno, dietro presentazione di una prescrizione medica in cui sia indicata una patologia accertata o presunta.

 

Area Ricovero

Per l'Area ricovero:
- la diaria per i ricoveri senza intervento chirurgico verrà erogata qualora la degenza sia pari o superiore a 3 pernottamenti (non più pari o superiore a 4 pernottamenti);
- le spese pre-ricovero verranno rimborsate per visite e accertamenti effettuati nei 120 giorni precedenti il ricovero (non più 90 giorni);
- le spese post-ricovero verranno rimborsate per visite, accertamenti e terapie riabilitative effettuati nei 200 giorni successivi alla dimissione (non più 120 giorni);
- il massimale annuo per le spese pre e post ricovero rimborsate per i ricoveri in regime pubblico, contestualmente all’indennità giornaliera, sarà di 1.500,00 euro per persona (non più 1.000,00 euro).
Il massimale per le Spese accompagnatore sarà di 70,00 al giorno, rispetto ai 52,00 euro precedenti. Verranno inoltre rimborsate le spese per l’accompagnatore anche nel caso di ricoveri in regime pubblico, qualora il ricovero avvenga fuori dalla Regione di residenza (non più solo per i ricoveri privati). 

 

Rimborso spese funebri

Il rimborso delle spese funebri verrà effettuato qualora il decesso avvenga entro i 50 giorni dalle dimissioni dall’istituto di cura (non più 20 giorni). Rimangono invece invariati gli altri criteri di liquidazione.

 

Alta Specializzazione

Per l'Alta specializzazione sono state aggiunte due ulteriori prestazioni:
- Ecodoppler/ecocolordoppler agli arti superiori;  
- Ecografia mammaria per donne con età superiore ai 40 anni.
La spesa verrà liquidata con l’applicazione di una franchigia di 40,00, se eseguita in regime privato. Se, invece, eseguita con il sistema sanitario nazionale la spesa verrà rimborsata senza l’applicazione di scoperto o franchigia.                                                                        

I codici tributo da inserire nel modello F24 per effettuare i versamenti legati alla tregua fiscale

Istituiti i codici tributo per sanare le irregolarità compiute dai contribuenti e per fruire delle misure della cosiddetta “Tregua fiscale”, prevista dalla Legge di bilancio 2023 (Agenzia delle Entrate, Risoluzione 14 febbraio 2023, n. 6/E).

Le disposizioni della cosiddetta “Tregua fiscale” (art. 1, L. n. 197/2022) entrano nel vivo grazie all’istituzione dei codici tributo per il versamento, tramite modello F24, delle somme dovute per fruire di una serie di misure riguardanti la regolarizzazione delle irregolarità formali (co. 166-173), il ravvedimento speciale delle violazioni tributarie (co. 174-178), la definizione agevolata delle controversie tributarie (co. 186-202) e la regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate dovute a seguito di acquiescenza, accertamento con adesione, reclamo o mediazione e conciliazione giudiziale (co. 219-221).

 

L’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione in oggetto, ha fornito le istruzioni da seguire e le sequenze di cifre da indicare nel modello F24 per pagare gli importi necessari e mettersi in regola.

 

Regolarizzazione delle irregolarità formali: le irregolarità, le infrazioni e l’inosservanza di obblighi o adempimenti, di natura formale, che non rilevano sulla determinazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi, dell’imposta sul valore aggiunto e dell’imposta regionale sulle attività produttive e sul pagamento di tali tributi, commesse fino al 31 ottobre 2022, possono essere regolarizzate con il versamento di una somma pari a euro 200 per ciascun periodo d’imposta cui si riferiscono le violazioni. 

Con il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 30 gennaio 2023, n. 27629 (emanato ai sensi dell’art. 1, co. 173, Legge n. 197/2022), sono state definite, tra l’altro, le modalità di versamento delle somme dovute. In particolare, il versamento è eseguito in due rate di pari importo entro il 31 marzo 2023 e il 31 marzo 2024, oppure in un’unica soluzione entro il 31 marzo 2023

Pertanto, per consentire il versamento tramite modello F24 delle somme in argomento, si istituisce il seguente codice tributo:

  • “TF44” denominato “REGOLARIZZAZIONE VIOLAZIONI FORMALI – Articolo 1, commi da 166 a 173, legge n. 197/2022”.

Per regolarizzare gli errori formali, deve essere indicato l’apposito codice tributo nella sezione “ERARIO” del modello F24 in corrispondenza delle somme indicate
nella colonna “importi a debito versati”, con l’indicazione nel campo “anno di riferimento” del periodo d’imposta a cui si riferisce la violazione, nel formato “AAAA”.

 

Se gli errori formali non si riferiscono a un periodo di imposta specifico, si indica l’anno solare in cui sono state commesse le violazioni stesse; invece nei casi in cui il periodo d’imposta non coincide con l’anno solare, nel campo “anno di riferimento”, bisogna specificare l’anno in cui termina il periodo d’imposta per il quale sono regolarizzate le violazioni formali. 

 

In caso di versamento in forma rateale, il campo “rateazione/regione/prov./mese rif.” è valorizzato nel formato “NNRR”, dove “NN” rappresenta il numero delle rate in pagamento e “RR” indica il numero complessivo delle rate (ad esempio: “0102”, nel caso di pagamento della prima delle due rate); in caso di pagamento in un’unica soluzione, nel suddetto campo va indicato il valore “0101”.

 

Accanto alla sanatoria degli errori formali, l’articolo 1, co. 174, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, prevede anche un ravvedimento speciale delle violazioni tributarie, che riguardano le dichiarazioni validamente presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e a periodi d’imposta precedenti, che possono essere regolarizzate versando sanzioni ridotte a un diciottesimo del minimo, oltre all’imposta e agli interessi dovuti. Anche in questo caso è necessario effettuare i pagamenti entro precise date di scadenza.

 

Pertanto, per consentire il versamento tramite modello F24 delle sanzioni dovute per la regolarizzazione in argomento, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una lunga lista di codici tributo da inserire nel modello F24, con le indicazioni sulle modalità di compilazione dei campi. Si specifica che i tributi dovuti per effetto della regolarizzazione in argomento sono versati indicando nel modello F24 i codici tributo ordinari da autoliquidazione. 
La risoluzione dell’Agenzia, per agevolare i contribuenti, fornisce un’ulteriore tabella, in corrispondenza dei codici tributo di nuova istituzione, in cui sono riportati i codici già esistenti da utilizzare per il versamento degli interessi da ravvedimento e da rateazione.

 

La definizione agevolata delle controversie tributarie, in cui è parte, tra l’altro, l’Agenzia delle Entrate, si perfeziona con la presentazione della domanda e con il pagamento degli importi dovuti entro il 30 giugno 2023. È ammessa la rateazione per gli importi superiori a mille euro. Il relativo modello è stato approvato con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 1 febbraio 2023, n. 30294. I codici tributo istituiti sono quelli riepilogati in tabella da TF20 a TF26, per i quali l’Agenzia fornisce, oltre che la denominazione, anche le modalità di compilazione degli altri campi del modello di pagamento F24.

 

Regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate dovute a seguito di acquiescenza, accertamento con adesione, reclamo o mediazione e conciliazione giudiziale: in questo caso la regolarizzazione avviene mediante il versamento integrale della sola imposta e si perfeziona con l’integrale versamento delle somme dovute entro il 31 marzo 2023 oppure con un pagamento rateale a partire dal 31 marzo 2023. Sull’importo delle rate successive alla prima, con scadenza il 30 giugno, il 30 settembre, il 20 dicembre e il 31 marzo di ciascun anno, sono dovuti gli interessi legali calcolati dal giorno successivo al termine per il versamento della prima rata. È esclusa la compensazione prevista dall’art. 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.  

 

In questo caso, i codici tributo da esporre nella sezione “ERARIO” esclusivamente in corrispondenza delle somme indicate nella colonna “importi a debito versati”, unitamente alle modalità di compilazione degli altri campi del modello di pagamento, vanno dal codice TF40 a TF43.

Istituiti i codici tributo per sanare le irregolarità compiute dai contribuenti e per fruire delle misure della cosiddetta “Tregua fiscale”, prevista dalla Legge di bilancio 2023 (Agenzia delle Entrate, Risoluzione 14 febbraio 2023, n. 6/E).

Le disposizioni della cosiddetta “Tregua fiscale” (art. 1, L. n. 197/2022) entrano nel vivo grazie all’istituzione dei codici tributo per il versamento, tramite modello F24, delle somme dovute per fruire di una serie di misure riguardanti la regolarizzazione delle irregolarità formali (co. 166-173), il ravvedimento speciale delle violazioni tributarie (co. 174-178), la definizione agevolata delle controversie tributarie (co. 186-202) e la regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate dovute a seguito di acquiescenza, accertamento con adesione, reclamo o mediazione e conciliazione giudiziale (co. 219-221).

 

L’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione in oggetto, ha fornito le istruzioni da seguire e le sequenze di cifre da indicare nel modello F24 per pagare gli importi necessari e mettersi in regola.

 

Regolarizzazione delle irregolarità formali: le irregolarità, le infrazioni e l'inosservanza di obblighi o adempimenti, di natura formale, che non rilevano sulla determinazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi, dell'imposta sul valore aggiunto e dell'imposta regionale sulle attività produttive e sul pagamento di tali tributi, commesse fino al 31 ottobre 2022, possono essere regolarizzate con il versamento di una somma pari a euro 200 per ciascun periodo d'imposta cui si riferiscono le violazioni. 

Con il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 30 gennaio 2023, n. 27629 (emanato ai sensi dell’art. 1, co. 173, Legge n. 197/2022), sono state definite, tra l’altro, le modalità di versamento delle somme dovute. In particolare, il versamento è eseguito in due rate di pari importo entro il 31 marzo 2023 e il 31 marzo 2024, oppure in un’unica soluzione entro il 31 marzo 2023

Pertanto, per consentire il versamento tramite modello F24 delle somme in argomento, si istituisce il seguente codice tributo:

  • “TF44” denominato “REGOLARIZZAZIONE VIOLAZIONI FORMALI – Articolo 1, commi da 166 a 173, legge n. 197/2022”.

Per regolarizzare gli errori formali, deve essere indicato l’apposito codice tributo nella sezione “ERARIO” del modello F24 in corrispondenza delle somme indicate
nella colonna “importi a debito versati”, con l’indicazione nel campo “anno di riferimento” del periodo d’imposta a cui si riferisce la violazione, nel formato “AAAA”.

 

Se gli errori formali non si riferiscono a un periodo di imposta specifico, si indica l’anno solare in cui sono state commesse le violazioni stesse; invece nei casi in cui il periodo d’imposta non coincide con l’anno solare, nel campo “anno di riferimento”, bisogna specificare l’anno in cui termina il periodo d’imposta per il quale sono regolarizzate le violazioni formali. 

 

In caso di versamento in forma rateale, il campo “rateazione/regione/prov./mese rif.” è valorizzato nel formato “NNRR”, dove “NN” rappresenta il numero delle rate in pagamento e “RR” indica il numero complessivo delle rate (ad esempio: “0102”, nel caso di pagamento della prima delle due rate); in caso di pagamento in un’unica soluzione, nel suddetto campo va indicato il valore “0101”.

 

Accanto alla sanatoria degli errori formali, l'articolo 1, co. 174, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, prevede anche un ravvedimento speciale delle violazioni tributarie, che riguardano le dichiarazioni validamente presentate relative al periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2021 e a periodi d'imposta precedenti, che possono essere regolarizzate versando sanzioni ridotte a un diciottesimo del minimo, oltre all'imposta e agli interessi dovuti. Anche in questo caso è necessario effettuare i pagamenti entro precise date di scadenza.

 

Pertanto, per consentire il versamento tramite modello F24 delle sanzioni dovute per la regolarizzazione in argomento, l'Agenzia delle Entrate ha pubblicato una lunga lista di codici tributo da inserire nel modello F24, con le indicazioni sulle modalità di compilazione dei campi. Si specifica che i tributi dovuti per effetto della regolarizzazione in argomento sono versati indicando nel modello F24 i codici tributo ordinari da autoliquidazione. 
La risoluzione dell'Agenzia, per agevolare i contribuenti, fornisce un’ulteriore tabella, in corrispondenza dei codici tributo di nuova istituzione, in cui sono riportati i codici già esistenti da utilizzare per il versamento degli interessi da ravvedimento e da rateazione.

 

La definizione agevolata delle controversie tributarie, in cui è parte, tra l’altro, l’Agenzia delle Entrate, si perfeziona con la presentazione della domanda e con il pagamento degli importi dovuti entro il 30 giugno 2023. È ammessa la rateazione per gli importi superiori a mille euro. Il relativo modello è stato approvato con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 1 febbraio 2023, n. 30294. I codici tributo istituiti sono quelli riepilogati in tabella da TF20 a TF26, per i quali l'Agenzia fornisce, oltre che la denominazione, anche le modalità di compilazione degli altri campi del modello di pagamento F24.

 

Regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate dovute a seguito di acquiescenza, accertamento con adesione, reclamo o mediazione e conciliazione giudiziale: in questo caso la regolarizzazione avviene mediante il versamento integrale della sola imposta e si perfeziona con l'integrale versamento delle somme dovute entro il 31 marzo 2023 oppure con un pagamento rateale a partire dal 31 marzo 2023. Sull'importo delle rate successive alla prima, con scadenza il 30 giugno, il 30 settembre, il 20 dicembre e il 31 marzo di ciascun anno, sono dovuti gli interessi legali calcolati dal giorno successivo al termine per il versamento della prima rata. È esclusa la compensazione prevista dall'art. 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.  

 

In questo caso, i codici tributo da esporre nella sezione “ERARIO” esclusivamente in corrispondenza delle somme indicate nella colonna “importi a debito versati”, unitamente alle modalità di compilazione degli altri campi del modello di pagamento, vanno dal codice TF40 a TF43.

CCNL Commercio (Confcommercio): in arrivo l’Una Tantum con marzo

Erogazione dell’indennità Una Tantum di euro 350,00 lordi al personale di settore 

 

Il Verbale di Accordo siglato il 12 dicembre 2022 tra Confcommercio-Imprese per l’Italia, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, prevede per il personale di settore, in forza alla data di sottoscrizione dello stesso, la corresponsione di un importo a titolo di Una Tantum pari ad euro 350,00 lordi al IV livello, riparametrato sugli altri livelli di inquadramento ed erogato in due soluzioni, nelle quantità e alle scadenze come di seguito indicato:
200,00 euro con la retribuzione di gennaio 2023;
150,00 euro con la retribuzione di marzo 2023.

Livello UT 01/01/2023 UT 01/03/2023
Quadri 347,22 260,42
I 312,78 234,58
II 270,56 202,92
III 231,25 173,44
IV 200,00 150,00
V 180,69 135,52
VI 162,22 121,67
VII 138,89 104,17
Operatori di vendita UT 01/01/2023 UT 01/03/2023
I categoria 188,79 141,60
II categoria 158,50 118,88

Gli importi anzidetti, vengono erogati pro quota in merito ai mesi di anzianità di servizio, maturata durante il periodo 2020 – 2022. Non sono altresì conteggiati ai fini dell’anzianità, i periodi di servizio militare, aspettative non retribuite, nonché tutti i periodi in cui non sia dato luogo a retribuzione a norma di legge e di contratto. Sono computati, a titolo esemplificativo, il congedo di maternità, i congedi parentali e i periodi di sospensione e/o riduzione dell’orario di lavoro per la fruizione degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro. L’importo di cui sopra non è utile ai fini della quantificazione di alcun istituto contrattuale, né del TFR.

Erogazione dell'indennità Una Tantum di euro 350,00 lordi al personale di settore 

 

Il Verbale di Accordo siglato il 12 dicembre 2022 tra Confcommercio-Imprese per l'Italia, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, prevede per il personale di settore, in forza alla data di sottoscrizione dello stesso, la corresponsione di un importo a titolo di Una Tantum pari ad euro 350,00 lordi al IV livello, riparametrato sugli altri livelli di inquadramento ed erogato in due soluzioni, nelle quantità e alle scadenze come di seguito indicato:
- 200,00 euro con la retribuzione di gennaio 2023;
- 150,00 euro con la retribuzione di marzo 2023.

Livello UT 01/01/2023 UT 01/03/2023
Quadri 347,22 260,42
I 312,78 234,58
II 270,56 202,92
III 231,25 173,44
IV 200,00 150,00
V 180,69 135,52
VI 162,22 121,67
VII 138,89 104,17
Operatori di vendita UT 01/01/2023 UT 01/03/2023
I categoria 188,79 141,60
II categoria 158,50 118,88

Gli importi anzidetti, vengono erogati pro quota in merito ai mesi di anzianità di servizio, maturata durante il periodo 2020 - 2022. Non sono altresì conteggiati ai fini dell'anzianità, i periodi di servizio militare, aspettative non retribuite, nonché tutti i periodi in cui non sia dato luogo a retribuzione a norma di legge e di contratto. Sono computati, a titolo esemplificativo, il congedo di maternità, i congedi parentali e i periodi di sospensione e/o riduzione dell'orario di lavoro per la fruizione degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro. L'importo di cui sopra non è utile ai fini della quantificazione di alcun istituto contrattuale, né del TFR.

Giornalisti e attività lavorativa successiva al prepensionamento

La pensione liquidata ai sensi dell’articolo 37, comma 1, lettera b), della Legge n. 416/1981 è incompatibile con il lavoro nell’azienda che ha determinato il prepensionamento o in un’altra azienda dello stesso gruppo editoriale (INPS, messaggio 10 febbraio 2023, n. 644).

L’INPS fornisce chiarimenti in merito allo svolgimento dell’attività lavorativa successiva al prepensionamento dei giornalisti. In particolare, l’Istituto rende noto che a fare data dalla sua decorrenza, la pensione liquidata ai sensi dell’articolo 37, comma 1, lettera b), della legge n. 416 del 1981 è incompatibile con l’attività lavorativa, subordinata e autonoma, prestata in Italia e all’estero presso l’azienda che ha dato luogo al prepensionamento o presso un’altra azienda facente capo al medesimo gruppo editoriale. In questo caso, quindi, il trattamento pensionistico viene revocato dal primo mese in cui il pensionato svolge l’attività lavorativa presso tali aziende.

Nel caso, invece, di rapporto di lavoro presso altri datori, la pensione liquidata ai sensi dell’articolo 37, comma 1, lettera b), della Legge n. 416/1981, è compatibile con l’attività lavorativa. Più in dettaglio, il citato articolo 37 prevede che: “Agli effetti del cumulo del trattamento di pensione di cui al presente articolo con la retribuzione si applicano le norme relative alla pensione di anzianità”. Come è stato chiarito al paragrafo 11 della circolare n. 92 del 28 luglio 2022, a decorrere dal 1° luglio 2022, per le pensioni già liquidate al momento del trasferimento all’INPS o successivamente, trova applicazione la disciplina in materia di cumulo della pensione con i redditi da lavoro prevista nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD). Conseguentemente, a decorrere dalla medesima data, non trova applicazione l’articolo 15 del “Regolamento di previdenza della Gestione Sostitutiva dell’AGO” dell’INPGI in vigore dal 21 febbraio 2017. Quindi, a decorrere dal 1° luglio 2022, il trattamento derivante dal prepensionamento in oggetto è cumulabile con i redditi derivanti da rapporti di lavoro dipendente o autonomo.

Sul piano contributivo, in caso di svolgimento di attività lavorativa successiva al prepensionamento, trova applicazione l’articolo 37, comma 2, ultimo periodo, della citata Legge n. 416/1981, il quale prevede che: “I contributi assicurativi riferiti a periodi lavorativi successivi all’anticipata liquidazione della pensione di vecchiaia sono riassorbiti dall’INPGI fino alla concorrenza della maggiorazione contributiva riconosciuta al giornalista”.

Pertanto, in caso di svolgimento dopo il pensionamento di attività lavorativa con obbligo di iscrizione al FPLD, il supplemento di pensione spettante ai sensi dell’articolo 7 della Legge n. 155/1981, è corrisposto nella misura pari alla differenza tra il montante risultante dalla contribuzione versata al predetto FPLD e la quota di contribuzione riferita al periodo di maggiorazione, come determinata ai sensi del paragrafo 2.2 della circolare n. 10/2023, per il relativo coefficiente di trasformazione. Qualora tale misura sia pari o inferiore a zero, la domanda di supplemento deve essere respinta.

 

La pensione liquidata ai sensi dell’articolo 37, comma 1, lettera b), della Legge n. 416/1981 è incompatibile con il lavoro nell'azienda che ha determinato il prepensionamento o in un’altra azienda dello stesso gruppo editoriale (INPS, messaggio 10 febbraio 2023, n. 644).

L'INPS fornisce chiarimenti in merito allo svolgimento dell’attività lavorativa successiva al prepensionamento dei giornalisti. In particolare, l'Istituto rende noto che a fare data dalla sua decorrenza, la pensione liquidata ai sensi dell’articolo 37, comma 1, lettera b), della legge n. 416 del 1981 è incompatibile con l’attività lavorativa, subordinata e autonoma, prestata in Italia e all’estero presso l’azienda che ha dato luogo al prepensionamento o presso un’altra azienda facente capo al medesimo gruppo editoriale. In questo caso, quindi, il trattamento pensionistico viene revocato dal primo mese in cui il pensionato svolge l’attività lavorativa presso tali aziende.

Nel caso, invece, di rapporto di lavoro presso altri datori, la pensione liquidata ai sensi dell’articolo 37, comma 1, lettera b), della Legge n. 416/1981, è compatibile con l’attività lavorativa. Più in dettaglio, il citato articolo 37 prevede che: “Agli effetti del cumulo del trattamento di pensione di cui al presente articolo con la retribuzione si applicano le norme relative alla pensione di anzianità”. Come è stato chiarito al paragrafo 11 della circolare n. 92 del 28 luglio 2022, a decorrere dal 1° luglio 2022, per le pensioni già liquidate al momento del trasferimento all’INPS o successivamente, trova applicazione la disciplina in materia di cumulo della pensione con i redditi da lavoro prevista nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD). Conseguentemente, a decorrere dalla medesima data, non trova applicazione l’articolo 15 del “Regolamento di previdenza della Gestione Sostitutiva dell’AGO” dell’INPGI in vigore dal 21 febbraio 2017. Quindi, a decorrere dal 1° luglio 2022, il trattamento derivante dal prepensionamento in oggetto è cumulabile con i redditi derivanti da rapporti di lavoro dipendente o autonomo.

Sul piano contributivo, in caso di svolgimento di attività lavorativa successiva al prepensionamento, trova applicazione l’articolo 37, comma 2, ultimo periodo, della citata Legge n. 416/1981, il quale prevede che: “I contributi assicurativi riferiti a periodi lavorativi successivi all'anticipata liquidazione della pensione di vecchiaia sono riassorbiti dall'INPGI fino alla concorrenza della maggiorazione contributiva riconosciuta al giornalista”.

Pertanto, in caso di svolgimento dopo il pensionamento di attività lavorativa con obbligo di iscrizione al FPLD, il supplemento di pensione spettante ai sensi dell’articolo 7 della Legge n. 155/1981, è corrisposto nella misura pari alla differenza tra il montante risultante dalla contribuzione versata al predetto FPLD e la quota di contribuzione riferita al periodo di maggiorazione, come determinata ai sensi del paragrafo 2.2 della circolare n. 10/2023, per il relativo coefficiente di trasformazione. Qualora tale misura sia pari o inferiore a zero, la domanda di supplemento deve essere respinta.

 

Congedi parentali e di paternità, nuovi codici evento e codici conguaglio

L’INPS ha fornito le indicazioni ai datori di lavoro per l’esposizione nei flussi di denuncia dei nuovi codici evento e dei relativi codici conguaglio, riferiti ai congedi parentali e di paternità come novellati dal D.Lgs. n. 105/2022 (INPS, messaggio 13 febbraio 2023, n. 659).

I nuovi codici evento e codici di conguaglio sono stati introdotti al fine di soddisfare l’esigenza di monitoraggio sulla fruizione dei congedi parentali e di paternità obbligatorio e sui relativi oneri.

 

L’applicazione dei nuovi codici è obbligatoria a partire dal mese di competenza aprile 2023, mentre la loro validità si riferisce agli eventi verificatisi a decorrere dal 13 agosto 2022.

 

Per quanto riguarda gli eventi già denunciati con i codici evento e i codici conguaglio già in uso e ricadenti nei periodi di competenza 13 agosto 2022 – 31 marzo 2023, con successiva comunicazione saranno definite le modalità di trasmissione dei dati tra i datori di lavoro e l’INPS per la raccolta delle informazioni necessarie a consentirne il relativo monitoraggio.

 

I nuovi codici evento relativi ai congedi parentali e di paternità obbligatori, inclusi nel messaggio dell’INPS in commento, riguardano i datori di lavoro del settore privato con dipendenti iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria e ad altri Fondi speciali, i datori di lavoro del settore privato con lavoratori dipendenti iscritti alla Gestione pubblica, le pubbliche amministrazioni con lavoratori dipendenti iscritti alla Gestione pubblica e, infine, i datori di lavoro che inviano le denunce di manodopera DMAG/PosAgri per il personale a tempo indeterminato iscritto alla sezione agricola del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti.

 

Con riferimento ai datori di lavoro del settore privato che devono effettuare la denuncia contributiva riferita ai lavoratori dipendenti iscritti all’AGO e ad altri Fondi speciali, i codici evento di nuova istituzione sono i seguenti:

PD0, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità oraria (disciplinati dall’art. 32 co. 1-bis e 1- ter, D.Lgs. n. 151/2001) indennizzati (ex art. 34, co. 1, D.Lgs. n. 151/2001) entro il limite massimo di coppia di sei mesi e fruiti successivamente al compimento del sesto anno e fino al dodicesimo anno di età del bambino”;

PD1, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità giornaliera indennizzati (ex art. 34, co. 1, D.Lgs. n. 151/2001) entro il limite massimo di coppia di sei mesi e fruiti successivamente al compimento del sesto anno e fino al dodicesimo anno di età del bambino”; 

PE0, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità oraria (disciplinati dall’art. 32 co. 1-bis e 1- ter, D.Lgs. n. 151/2001) indennizzati (ex art. 34, co. 1, D.Lgs. n. 151/2001) entro il limite massimo di coppia di 7/8/9 mesi e fruiti fino al compimento del dodicesimo anno di età del bambino”; 

PE1, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità giornaliera indennizzati (ex art. 34, co. 1, D.Lgs. n. 151/2001) entro il limite massimo di coppia di 7/8/9 mesi e fruiti fino al compimento del dodicesimo anno di età del bambino”; 

PB0, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità oraria (disciplinati dall’art. 32 co. 1-bis e 1- ter, D.Lgs. n. 151/2001) indennizzati (ex art. 34, co. 3, D.Lgs. n. 151/2001) oltre i 9 mesi ed entro il limite massimo di coppia di 10/11 mesi e fruiti fino al compimento dell’ottavo anno di età del bambino e tutti i periodi che non danno diritto al trattamento economico nel medesimo arco temporale. Contribuzione figurativa su retribuzione convenzionale (ex art. 35, co. 2, D.Lgs. n. 151/2001)”; 

PB1, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità giornaliera indennizzati (ex art. 34, co. 3, D.Lgs. n. 151/2001) oltre i 9 mesi ed entro il limite massimo di coppia di 10/11 mesi e fruiti fino al compimento dell’ottavo anno di età del bambino e tutti i periodi che non danno diritto al trattamento economico nel medesimo arco temporale. Contribuzione figurativa su retribuzione convenzionale (ex art. 35, co. 2, D.Lgs. n. 151/2001)”; 

TB0, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità oraria (disciplinati dall’art. 32 co. 1-bis e 1- ter, D.Lgs. n. 151/2001) indennizzati (ex art. 34, co. 3, D.Lgs. n. 151/2001) oltre i 9 mesi ed entro il limite massimo di coppia di 10/11 mesi e fruiti tra l’ottavo e il dodicesimo anno di età del bambino e tutti i periodi che non danno diritto al trattamento economico nel medesimo arco temporale. Contribuzione figurativa su retribuzione convenzionale (ex art. 35, co. 2, D.Lgs. n. 151/2001)”;

TB1, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità giornaliera indennizzati (ex art. 34, co. 3, D.Lgs. n. 151/2001) oltre i 9 mesi ed entro il limite massimo di coppia di 10/11 mesi e fruiti tra l’ottavo e il dodicesimo anno di età del bambino e tutti i periodi che non danno diritto al trattamento economico nel medesimo arco temporale. Contribuzione figurativa su retribuzione convenzionale (ex art. 35, co. 2, D.Lgs. n. 151/2001)”. 

 

I periodi di congedo di paternità obbligatorio di competenza dal 13 agosto 2022 saranno valorizzati con il codice evento di nuova istituzione PF1, avente il significato di “Congedo di paternità obbligatorio di cui all’art. 27-bis del D.Lgs. n. 151/2001 introdotto dal D.Lgs. n. 105/2022”.  

 

Il codice MA1 per i periodi di competenza dal 13 agosto 2022 assume il significato di “Periodi di congedo di maternità e di paternità alternativo ex artt. 16, 17, 20 e 28 D.Lgs. n. 151/2001”. 

 

Ai fini del conguaglio delle indennità anticipate relative agli eventi sopra citati introdotti a decorrere dal periodo di competenza aprile 2023, dovrà essere valorizzato l’elemento a valenza contributiva <InfoAggcausaliContrib> e, nell’Elemento <CodiceCausale>, devono essere indicati i nuovi codici conguaglio relativi allo specifico evento dettagliatamente elencati nel messaggio in oggetto. 

 

L’INPS ha fornito le indicazioni ai datori di lavoro per l’esposizione nei flussi di denuncia dei nuovi codici evento e dei relativi codici conguaglio, riferiti ai congedi parentali e di paternità come novellati dal D.Lgs. n. 105/2022 (INPS, messaggio 13 febbraio 2023, n. 659).

I nuovi codici evento e codici di conguaglio sono stati introdotti al fine di soddisfare l’esigenza di monitoraggio sulla fruizione dei congedi parentali e di paternità obbligatorio e sui relativi oneri.

 

L’applicazione dei nuovi codici è obbligatoria a partire dal mese di competenza aprile 2023, mentre la loro validità si riferisce agli eventi verificatisi a decorrere dal 13 agosto 2022.

 

Per quanto riguarda gli eventi già denunciati con i codici evento e i codici conguaglio già in uso e ricadenti nei periodi di competenza 13 agosto 2022 - 31 marzo 2023, con successiva comunicazione saranno definite le modalità di trasmissione dei dati tra i datori di lavoro e l’INPS per la raccolta delle informazioni necessarie a consentirne il relativo monitoraggio.

 

I nuovi codici evento relativi ai congedi parentali e di paternità obbligatori, inclusi nel messaggio dell’INPS in commento, riguardano i datori di lavoro del settore privato con dipendenti iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria e ad altri Fondi speciali, i datori di lavoro del settore privato con lavoratori dipendenti iscritti alla Gestione pubblica, le pubbliche amministrazioni con lavoratori dipendenti iscritti alla Gestione pubblica e, infine, i datori di lavoro che inviano le denunce di manodopera DMAG/PosAgri per il personale a tempo indeterminato iscritto alla sezione agricola del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti.

 

Con riferimento ai datori di lavoro del settore privato che devono effettuare la denuncia contributiva riferita ai lavoratori dipendenti iscritti all’AGO e ad altri Fondi speciali, i codici evento di nuova istituzione sono i seguenti:

- PD0, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità oraria (disciplinati dall’art. 32 co. 1-bis e 1- ter, D.Lgs. n. 151/2001) indennizzati (ex art. 34, co. 1, D.Lgs. n. 151/2001) entro il limite massimo di coppia di sei mesi e fruiti successivamente al compimento del sesto anno e fino al dodicesimo anno di età del bambino”;

- PD1, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità giornaliera indennizzati (ex art. 34, co. 1, D.Lgs. n. 151/2001) entro il limite massimo di coppia di sei mesi e fruiti successivamente al compimento del sesto anno e fino al dodicesimo anno di età del bambino”; 

- PE0, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità oraria (disciplinati dall’art. 32 co. 1-bis e 1- ter, D.Lgs. n. 151/2001) indennizzati (ex art. 34, co. 1, D.Lgs. n. 151/2001) entro il limite massimo di coppia di 7/8/9 mesi e fruiti fino al compimento del dodicesimo anno di età del bambino”; 

- PE1, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità giornaliera indennizzati (ex art. 34, co. 1, D.Lgs. n. 151/2001) entro il limite massimo di coppia di 7/8/9 mesi e fruiti fino al compimento del dodicesimo anno di età del bambino”; 

- PB0, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità oraria (disciplinati dall’art. 32 co. 1-bis e 1- ter, D.Lgs. n. 151/2001) indennizzati (ex art. 34, co. 3, D.Lgs. n. 151/2001) oltre i 9 mesi ed entro il limite massimo di coppia di 10/11 mesi e fruiti fino al compimento dell’ottavo anno di età del bambino e tutti i periodi che non danno diritto al trattamento economico nel medesimo arco temporale. Contribuzione figurativa su retribuzione convenzionale (ex art. 35, co. 2, D.Lgs. n. 151/2001)”; 

- PB1, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità giornaliera indennizzati (ex art. 34, co. 3, D.Lgs. n. 151/2001) oltre i 9 mesi ed entro il limite massimo di coppia di 10/11 mesi e fruiti fino al compimento dell’ottavo anno di età del bambino e tutti i periodi che non danno diritto al trattamento economico nel medesimo arco temporale. Contribuzione figurativa su retribuzione convenzionale (ex art. 35, co. 2, D.Lgs. n. 151/2001)”; 

- TB0, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità oraria (disciplinati dall’art. 32 co. 1-bis e 1- ter, D.Lgs. n. 151/2001) indennizzati (ex art. 34, co. 3, D.Lgs. n. 151/2001) oltre i 9 mesi ed entro il limite massimo di coppia di 10/11 mesi e fruiti tra l’ottavo e il dodicesimo anno di età del bambino e tutti i periodi che non danno diritto al trattamento economico nel medesimo arco temporale. Contribuzione figurativa su retribuzione convenzionale (ex art. 35, co. 2, D.Lgs. n. 151/2001)”;

- TB1, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità giornaliera indennizzati (ex art. 34, co. 3, D.Lgs. n. 151/2001) oltre i 9 mesi ed entro il limite massimo di coppia di 10/11 mesi e fruiti tra l’ottavo e il dodicesimo anno di età del bambino e tutti i periodi che non danno diritto al trattamento economico nel medesimo arco temporale. Contribuzione figurativa su retribuzione convenzionale (ex art. 35, co. 2, D.Lgs. n. 151/2001)”. 

 

I periodi di congedo di paternità obbligatorio di competenza dal 13 agosto 2022 saranno valorizzati con il codice evento di nuova istituzione PF1, avente il significato di “Congedo di paternità obbligatorio di cui all’art. 27-bis del D.Lgs. n. 151/2001 introdotto dal D.Lgs. n. 105/2022”.  

 

Il codice MA1 per i periodi di competenza dal 13 agosto 2022 assume il significato di “Periodi di congedo di maternità e di paternità alternativo ex artt. 16, 17, 20 e 28 D.Lgs. n. 151/2001”. 

 

Ai fini del conguaglio delle indennità anticipate relative agli eventi sopra citati introdotti a decorrere dal periodo di competenza aprile 2023, dovrà essere valorizzato l’elemento a valenza contributiva <InfoAggcausaliContrib> e, nell'Elemento <CodiceCausale>, devono essere indicati i nuovi codici conguaglio relativi allo specifico evento dettagliatamente elencati nel messaggio in oggetto. 

 

CIPL Edilizia industria – Trento: siglato il rinnovo

Previsti Una Tantum, pagamento di “due episodi” nell’anno solare di carenza di malattia, incremento del premio presenza e professionalità, indennità aggiuntiva di avanzamento 

Dopo una lunga trattativa, nei giorni scorsi è stato siglato dai sindacati del Trentino Feneal – Uil, Filca – Cisl e Fillea – Cgil e dalle associazioni datoriali Ance e Associazione Artigiani del Trentino il CIPL Edilizia – Industria della Provincia di Trento, che interesserà circa 10mila lavoratori.
Le parti sindacali hanno ottenuto il pagamento in busta paga di due episodi nell’anno solare di “carenza malattia”  e il riconoscimento immediato, nella busta paga di febbraio, di un importo “una tantum” pari a 200,00 euro.
Il “premio presenza e professionalità” è stato inoltre incrementato di 0,17 centesimi per ogni ora lavorata, comportando un aumento per ogni lavoratore di circa 400,00 euro l’anno.
Riconosciuta un’indennità aggiuntiva d’avanzamento con percentuali variabili dal 12% al 24% a seconda della distanza dall’imbocco. 
Nel complesso, la contrattazione collettiva per il settore edile della Provincia di Trento grazie anche al CCNL del 3 marzo 2022 porterà un riconoscimento salariale superiore a 1.000,00 euro annui.

Previsti Una Tantum, pagamento di "due episodi" nell'anno solare di carenza di malattia, incremento del premio presenza e professionalità, indennità aggiuntiva di avanzamento 

Dopo una lunga trattativa, nei giorni scorsi è stato siglato dai sindacati del Trentino Feneal - Uil, Filca - Cisl e Fillea - Cgil e dalle associazioni datoriali Ance e Associazione Artigiani del Trentino il CIPL Edilizia - Industria della Provincia di Trento, che interesserà circa 10mila lavoratori.
Le parti sindacali hanno ottenuto il pagamento in busta paga di due episodi nell'anno solare di "carenza malattia"  e il riconoscimento immediato, nella busta paga di febbraio, di un importo "una tantum" pari a 200,00 euro.
Il "premio presenza e professionalità" è stato inoltre incrementato di 0,17 centesimi per ogni ora lavorata, comportando un aumento per ogni lavoratore di circa 400,00 euro l'anno.
Riconosciuta un'indennità aggiuntiva d'avanzamento con percentuali variabili dal 12% al 24% a seconda della distanza dall'imbocco. 
Nel complesso, la contrattazione collettiva per il settore edile della Provincia di Trento grazie anche al CCNL del 3 marzo 2022 porterà un riconoscimento salariale superiore a 1.000,00 euro annui.

Bonus facciate: cessione, da parte dell’erede, delle rate residue di detrazione non fruite

In caso di decesso dell’avente diritto, la fruizione del bonus facciate si trasmette all’erede che, per effetto di successione e divisione, ha la detenzione materiale e diretta dell’immobile (Agenzie delle Entrate, risposta a istanza di interpello del 14 febbraio 2023, n. 213).

L’Agenzia delle Entrate fornisce risposta ad un erede che chiede se può esercitare l’opzione per la cessione del credito corrispondente al bonus facciate su un immobile di sua proprietà, per effetto di successione. L’istante rappresenta che le spese per gli interventi di rifacimento della facciata dell’edificio di cui era proprietario il padre rientrano tra quelle ammissibili alla detrazione (art. 1, co. 219-223, L. n. 160/2019), ma che non è stato possibile perfezionare la pratica di cessione del credito a causa del decesso.

 

Nel fornire risposta, l’Amministrazione finanziaria esamina il quadro normativo di riferimento in merito all’applicazione del bonus facciate e osserva che, dalla documentazione integrativa pervenuta, l’intervento edilizio appare riconducibile a quelli previsti dalla Legge di bilancio 2020 (art. 1, co. 220, Legge 27 dicembre 2019, n. 160), trattandosi dell’isolamento termico che interessa più del 25 per cento della superficie disperdente lorda dell’edificio.

 

L’Agenzia richiama a seguire la circolare del 25 luglio 2022 n. 28/E, con quale ha fornito approfondimenti e chiarisce che gli interventi in questione (iniziati e terminati nel 2021) devono soddisfare i requisiti del Decreto interministeriale 6 agosto 2020 e, in particolare, va redatta ai sensi dell’articolo 8, l’asseverazione che attesti la rispondenza ai pertinenti requisiti tecnici richiesti e comprenda la congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati.

 

L’articolo 9, comma 1, del citato decreto stabilisce che, per gli interventi previsti all’articolo 2 del medesimo decreto, tra i quali sono compresi anche quelli influenti dal punto di vista termico o che interessano oltre il 10 per cento dell’intonaco della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio, “In caso di decesso dell’avente diritto, la fruizione del beneficio fiscale si trasmette, per intero, esclusivamente all’erede che conservi la detenzione materiale e diretta del bene”.

 

Ciò premesso, considerato che nel 2021, anno in cui sono state sostenute le spese dal de cuius, la quota di detrazione relativa a tale anno competeva al de cuius medesimo che non ha potuto perfezionare la cessione del credito corrispondente a tale detrazione, il relativo importo va indicato, secondo le modalità ordinariamente previste, nella dichiarazione dei redditi da presentare a nome del de cuius per il periodo d’imposta 2021.

 

L’Istante, in qualità di erede che ha la detenzione materiale e diretta del bene, potrà, invece, dal periodo d’imposta 2022 utilizzare le rate residue della detrazione direttamente nella propria dichiarazione dei redditi riferita a tali anni o, in alternativa, esercitare l’opzione per la cessione del credito corrispondente alle predette rate con le modalità stabilite dalla norma.

In caso di decesso dell'avente diritto, la fruizione del bonus facciate si trasmette all'erede che, per effetto di successione e divisione, ha la detenzione materiale e diretta dell'immobile (Agenzie delle Entrate, risposta a istanza di interpello del 14 febbraio 2023, n. 213).

L'Agenzia delle Entrate fornisce risposta ad un erede che chiede se può esercitare l'opzione per la cessione del credito corrispondente al bonus facciate su un immobile di sua proprietà, per effetto di successione. L'istante rappresenta che le spese per gli interventi di rifacimento della facciata dell'edificio di cui era proprietario il padre rientrano tra quelle ammissibili alla detrazione (art. 1, co. 219-223, L. n. 160/2019), ma che non è stato possibile perfezionare la pratica di cessione del credito a causa del decesso.

 

Nel fornire risposta, l'Amministrazione finanziaria esamina il quadro normativo di riferimento in merito all'applicazione del bonus facciate e osserva che, dalla documentazione integrativa pervenuta, l'intervento edilizio appare riconducibile a quelli previsti dalla Legge di bilancio 2020 (art. 1, co. 220, Legge 27 dicembre 2019, n. 160), trattandosi dell'isolamento termico che interessa più del 25 per cento della superficie disperdente lorda dell'edificio.

 

L'Agenzia richiama a seguire la circolare del 25 luglio 2022 n. 28/E, con quale ha fornito approfondimenti e chiarisce che gli interventi in questione (iniziati e terminati nel 2021) devono soddisfare i requisiti del Decreto interministeriale 6 agosto 2020 e, in particolare, va redatta ai sensi dell'articolo 8, l'asseverazione che attesti la rispondenza ai pertinenti requisiti tecnici richiesti e comprenda la congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati.

 

L'articolo 9, comma 1, del citato decreto stabilisce che, per gli interventi previsti all'articolo 2 del medesimo decreto, tra i quali sono compresi anche quelli influenti dal punto di vista termico o che interessano oltre il 10 per cento dell'intonaco della superficie disperdente lorda complessiva dell'edificio, "In caso di decesso dell'avente diritto, la fruizione del beneficio fiscale si trasmette, per intero, esclusivamente all'erede che conservi la detenzione materiale e diretta del bene".

 

Ciò premesso, considerato che nel 2021, anno in cui sono state sostenute le spese dal de cuius, la quota di detrazione relativa a tale anno competeva al de cuius medesimo che non ha potuto perfezionare la cessione del credito corrispondente a tale detrazione, il relativo importo va indicato, secondo le modalità ordinariamente previste, nella dichiarazione dei redditi da presentare a nome del de cuius per il periodo d'imposta 2021.

 

L'Istante, in qualità di erede che ha la detenzione materiale e diretta del bene, potrà, invece, dal periodo d'imposta 2022 utilizzare le rate residue della detrazione direttamente nella propria dichiarazione dei redditi riferita a tali anni o, in alternativa, esercitare l'opzione per la cessione del credito corrispondente alle predette rate con le modalità stabilite dalla norma.

Co.co.co. e indennità una tantum, pagamento in assenza di formale iscrizione alla Gestione separata

L’INPS comunica che procederà al pagamento delle indennità una tantum previste in favore dei collaboratori coordinati e continuativi, degli assegnisti e dei dottorandi di ricerca anche in assenza della formale iscrizione alla Gestione separata (INPS, messaggio 10 febbraio 2023, n. 635).

Come noto, l’iscrizione alla Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della Legge n. 335/1995, rientra tra i requisiti necessari per accedere all’indennità una tantum introdotta dal c.d. decreto Aiuti (D.L. n. 50/2022, art. 32, co. 11) e dal c.d. decreto Aiuti – ter (D.L. n. 144/2022, art. 19, co. 11) – rispettivamente dell’importo di 200 euro e di 150 euro – a favore di collaboratori coordinati e continuativi, assegnisti e dottorandi di ricerca.

 

Ebbene, l’iscrizione alla predetta Gestione deve essere formalizzata a cura del lavoratore (collaboratore/assegnista/dottorando), non conseguendo in via automatica agli adempimenti dichiarativi e di versamento della contribuzione effettuati a cura del committente. 

 

La verifica del possesso, tra gli altri, anche del suddetto requisito, viene demandata all’INPS.

 

Proprio a seguito dei controlli effettuati dall’Istituto, in particolare, per il riconoscimento dell’indennità di 200 euro, è, tuttavia, emerso che un numero considerevole di collaboratori, assegnisti e dottorandi non risultano avere formalizzato l’iscrizione prevista dalla legge, pur rinvenendosi negli archivi della Gestione separata i dati forniti dai committenti relativi al periodo di attività svolta dagli stessi.

 

In considerazione di ciò, nel messaggio in commento si rende noto che, tenuto conto della finalità dell’intervento e del conforme parere espresso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’INPS procederà al pagamento delle menzionate indennità anche in assenza della formale iscrizione alla Gestione separata.

 

Ciò accadrà, comunque, si precisa, esclusivamente per le domande di indennità una tantum dei collaboratori/assegnisti/dottorandi respinte con la sola motivazione dell’assenza del requisito di iscrizione alla Gestione separata, per cui l’INPS sta procedendo al riesame d’ufficio – in presenza delle denunce Uniemens presentate dal committente per periodi di competenza antecedenti alla data del 18 maggio 2022 (data di entrata in vigore del citato decreto Aiuti) e della relativa contribuzione connessa all’attività svolta dagli interessati in qualità di collaboratori/assegnisti/dottorandi – e al conseguente riconoscimento della misura, ove presenti tutti gli altri requisiti normativamente previsti. 

 

L'INPS comunica che procederà al pagamento delle indennità una tantum previste in favore dei collaboratori coordinati e continuativi, degli assegnisti e dei dottorandi di ricerca anche in assenza della formale iscrizione alla Gestione separata (INPS, messaggio 10 febbraio 2023, n. 635).

Come noto, l'iscrizione alla Gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della Legge n. 335/1995, rientra tra i requisiti necessari per accedere all’indennità una tantum introdotta dal c.d. decreto Aiuti (D.L. n. 50/2022, art. 32, co. 11) e dal c.d. decreto Aiuti - ter (D.L. n. 144/2022, art. 19, co. 11) - rispettivamente dell’importo di 200 euro e di 150 euro - a favore di collaboratori coordinati e continuativi, assegnisti e dottorandi di ricerca.

 

Ebbene, l’iscrizione alla predetta Gestione deve essere formalizzata a cura del lavoratore (collaboratore/assegnista/dottorando), non conseguendo in via automatica agli adempimenti dichiarativi e di versamento della contribuzione effettuati a cura del committente. 

 

La verifica del possesso, tra gli altri, anche del suddetto requisito, viene demandata all'INPS.

 

Proprio a seguito dei controlli effettuati dall’Istituto, in particolare, per il riconoscimento dell’indennità di 200 euro, è, tuttavia, emerso che un numero considerevole di collaboratori, assegnisti e dottorandi non risultano avere formalizzato l’iscrizione prevista dalla legge, pur rinvenendosi negli archivi della Gestione separata i dati forniti dai committenti relativi al periodo di attività svolta dagli stessi.

 

In considerazione di ciò, nel messaggio in commento si rende noto che, tenuto conto della finalità dell’intervento e del conforme parere espresso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l'INPS procederà al pagamento delle menzionate indennità anche in assenza della formale iscrizione alla Gestione separata.

 

Ciò accadrà, comunque, si precisa, esclusivamente per le domande di indennità una tantum dei collaboratori/assegnisti/dottorandi respinte con la sola motivazione dell’assenza del requisito di iscrizione alla Gestione separata, per cui l’INPS sta procedendo al riesame d’ufficio - in presenza delle denunce Uniemens presentate dal committente per periodi di competenza antecedenti alla data del 18 maggio 2022 (data di entrata in vigore del citato decreto Aiuti) e della relativa contribuzione connessa all’attività svolta dagli interessati in qualità di collaboratori/assegnisti/dottorandi - e al conseguente riconoscimento della misura, ove presenti tutti gli altri requisiti normativamente previsti. 

 

CIPL Turismo-Trento: sottoscritto il contratto integrativo

Condizioni economiche migliorative, riconoscimento dell’assistenza sanitaria integrativa e rafforzamento della formazione per i dipendenti fissi e stagionali del settore

Siglata pochi giorni fa ad Hospitality, da Confcommercio-Imprese per l’Italia, Associazione ristoratori, Associazione dei pubblici esercizi, Faita, Fiavet, Asat, Confesercenti, Fiepet-Confesercenti, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e UilTucs del Trentino, l’accordo di secondo livello, e dunque integrativo, dopo quasi vent’anni di trattative, al fine di migliorare le condizioni lavorative del personale impiegato del settore Turismo.
L’intesa riguardante 35.000 lavoratori tra stagionali e fissi, operanti nelle strutture ricettive e nei pubblici esercizi della provincia, prevede, a partire dal mese di gennaio, un aumento in busta paga di euro 50,00 lordi mensili non assorbibili, nonché, l’assistenza sanitaria integrativa.
Oltre a ciò, viene triplicata la percentuale di versamento per la previdenza complementare, rispetto a quella prevista dal CCNL di settore.
L’accordo contempla anche un pacchetto di 20 ore annue da investire nella formazione dei lavoratori.
Da ultimo, le Parti Firmatarie si sono esposte affermando che, il contratto di secondo livello, andrà sicuramente a migliorare le condizioni lavorative del personale di comparto, contribuendo e costruendo altresì, salde risposte a fronte di carenze e difficoltà nel reperire manodopera.

Condizioni economiche migliorative, riconoscimento dell'assistenza sanitaria integrativa e rafforzamento della formazione per i dipendenti fissi e stagionali del settore

Siglata pochi giorni fa ad Hospitality, da Confcommercio-Imprese per l'Italia, Associazione ristoratori, Associazione dei pubblici esercizi, Faita, Fiavet, Asat, Confesercenti, Fiepet-Confesercenti, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e UilTucs del Trentino, l'accordo di secondo livello, e dunque integrativo, dopo quasi vent'anni di trattative, al fine di migliorare le condizioni lavorative del personale impiegato del settore Turismo.
L'intesa riguardante 35.000 lavoratori tra stagionali e fissi, operanti nelle strutture ricettive e nei pubblici esercizi della provincia, prevede, a partire dal mese di gennaio, un aumento in busta paga di euro 50,00 lordi mensili non assorbibili, nonché, l'assistenza sanitaria integrativa.
Oltre a ciò, viene triplicata la percentuale di versamento per la previdenza complementare, rispetto a quella prevista dal CCNL di settore.
L'accordo contempla anche un pacchetto di 20 ore annue da investire nella formazione dei lavoratori.
Da ultimo, le Parti Firmatarie si sono esposte affermando che, il contratto di secondo livello, andrà sicuramente a migliorare le condizioni lavorative del personale di comparto, contribuendo e costruendo altresì, salde risposte a fronte di carenze e difficoltà nel reperire manodopera.