L’Agenzia delle entrate fornisce istruzioni operative in merito all’imposta straordinaria per le banche – introdotta dal c.d. Decreto Asset – calcolata sull’incremento del margine di interesse, soffermandosi, tra l’altro, sull’ambito soggettivo di applicazione dell’imposta, sulla determinazione della base imponibile, sulla soglia relativa all’ammontare massimo dell’imposta e sulle modalità e i termini per il versamento della stessa (Agenzia delle entrate, circolare 23 febbraio 2024, n. 4/E).
L’articolo 26, D.L. n. 104/2023 (c.d. “decreto Asset”), convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 136/2023, ha introdotto – a seguito dell’andamento dell’economia e, in particolare, dei tassi di interesse che hanno sensibilmente inciso sul debito contratto dalle imprese e dalle famiglie – un’imposta straordinaria calcolata sull’incremento del margine d’interesse.
Il comma 7, in particolare, prevede che le maggiori entrate derivanti da tale imposta affluiscano a un apposito capitolo del bilancio dello Stato, per essere indirizzate al finanziamento del fondo di garanzia per la prima casa, al finanziamento del fondo di garanzia a favore delle piccole e medie imprese e per interventi volti alla riduzione della pressione fiscale di famiglie e imprese.
L’imposta, ai sensi del comma 2, è determinata applicando un’aliquota pari al 40% sull’ammontare del margine degli interessi ricompresi nella voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024, che eccede per almeno il 10 per cento il medesimo margine riferito all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022.
Alla luce del dato testuale, nonché della ratio desumibile dalla suddetta relazione, si ritiene, dunque, che, per determinare la base imponibile del tributo in commento, occorre considerare il margine d’interesse nella sua interezza, così come risultante dalla voce 30 del conto economico, senza apportare aggiustamenti o rettifiche. Diversamente, qualora si fosse voluto escludere determinati componenti dalla base imponibile dell’imposta straordinaria in argomento, ciò sarebbe stato opportunamente disposto con norme di maggior dettaglio.
Come previsto dalla circolare della Banca d’Italia n. 262/2005, il margine d’interesse di cui alla voce 30 del conto economico si ottiene dalla somma algebrica della voce 10 “Interessi attivi e proventi assimilati” e della voce 20 “Interessi passivi e oneri assimilati”. La base imponibile, pertanto, risulta pari alla differenza, se positiva, tra la voce 30 del conto economico relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 (per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare, il bilancio di riferimento è quello chiuso al 31 dicembre 2023) e la voce 30 del conto economico relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022 (per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare, il bilancio di riferimento è quello chiuso al 31 dicembre 2021) aumentata del 10%. Su tale risultato si applica l’aliquota in misura pari al 40%. Qualora, quindi, l’incremento del margine d’interesse (voce 30) relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 rispetto a quello relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022 sia inferiore al 10% di quest’ultimo, non emerge alcuna base imponibile assoggettabile all’imposta straordinaria.
Per consentire il corretto versamento dell’imposta straordinaria, l’importo determinato come sopra deve essere raffrontato con un ultimo parametro. Ai fini del calcolo dell’importo effettivamente dovuto, il comma 3 stabilisce, infatti, che l’«ammontare dell’imposta straordinaria, in ogni caso, non può essere superiore a una quota pari allo 0,26% dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio su base individuale, determinato ai sensi dei paragrafi 3 e 4 dell’articolo 92 del regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, con riferimento alla data di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023».
Per effetto di tale previsione, per i soggetti residenti aventi l’esercizio coincidente con l’anno solare, l’imposta è dovuta per un ammontare pari al minor valore tra l’importo “teorico” dell’imposta e lo 0,26% dell’ammontare dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio su base individuale relativo all’esercizio chiuso il 31 dicembre 2022. Nel caso di soggetti con esercizio non coincidente con l’anno solare occorre, invece, fare riferimento al valore rilevato alla data di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso alla data del 1° gennaio 2023.
Nel caso di stabili organizzazioni di soggetti non residenti, si ritiene che tale riscontro debba essere effettuato considerando lo 0,26% dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio riferito agli elementi della medesima stabile organizzazione che soddisfano i criteri previsti dai commi 3 e 4 dell’articolo 92 del CRR, sempre con riferimento alla data di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023.
Tenuto conto che non sussiste, in linea generale, un obbligo d’informativa – relativo all’importo complessivo dell’esposizione al rischio – esclusivamente su base individuale, i soggetti passivi dell’imposta straordinaria sono tenuti, in ogni caso, a fornire in dichiarazione (i.e. modello Redditi società di capitali 2024, anche per i soggetti con esercizio non coincidente con l’anno solare), la predetta informazione su base individuale; la relativa documentazione, sia contabile sia extracontabile, necessaria alla ricostruzione di tale parametro, dovrà essere conservata ai fini di eventuali controlli da parte dell’Amministrazione finanziaria.
L’imposta straordinaria deve essere versata entro il 30 giugno 2024 (1° luglio poiché il 30 giugno è un giorno festivo) per i soggetti il cui esercizio coincide con l’anno solare e la cui approvazione del bilancio avviene entro centoventi giorni (i.e. quattro mesi) dalla chiusura dell’esercizio, ai sensi dell’articolo 2364, comma 2, del codice civile.
Il comma 4, al secondo periodo, diversamente, per i soggetti che in base a disposizioni di legge approvano il bilancio oltre il termine di quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio, il termine per il versamento decorre non più dalla data di chiusura dell’esercizio sociale, bensì dalla data di approvazione del bilancio. Per effetto di tale previsione, i soggetti, il cui periodo d’imposta coincide con l’anno solare, qualora si avvalgano del maggior termine (pari a centottanta giorni dalla chiusura dell’esercizio) normativamente previsto per l’approvazione del bilancio, ai sensi dell’articolo 2364 del codice civile, devono effettuare il pagamento dell’imposta straordinaria, al massimo, entro il 31 luglio 2024.
Caso particolare è quello dei soggetti passivi di nuova costituzione, che abbiano iniziato l’attività bancaria nel corso del triennio di osservazione previsto (anni 2021-2023 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare) e che non siano aventi causa di operazioni straordinarie aventi ad oggetto rami d’attività bancaria preesistenti. Per i soggetti che abbiano iniziato l’attività durante l’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022 (anno 2021 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare) il margine d’interesse da prendere in considerazione, al fine di confrontare dati omogenei, debba essere ragguagliato ad anno. Devono, invece, ritenersi esclusi dall’applicazione dell’imposta straordinaria i soggetti che abbiano iniziato l’attività durante l’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 (anno 2023 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare) o in quello ancora precedente (anno 2022 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare), attesa l’impossibilità di determinare il margine d’interesse relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022 (anno 2021 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare).
In relazione alle banche che hanno iniziato l’attività durante l’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 (anno 2023 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare) non sussiste, inoltre, il termine di confronto rappresentato dall’importo complessivo dell’esposizione al rischio su base individuale, atteso che quest’ultimo è relativo alla data di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023 (anno 2022 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare).
L'Agenzia delle entrate fornisce istruzioni operative in merito all'imposta straordinaria per le banche - introdotta dal c.d. Decreto Asset - calcolata sull'incremento del margine di interesse, soffermandosi, tra l'altro, sull'ambito soggettivo di applicazione dell’imposta, sulla determinazione della base imponibile, sulla soglia relativa all’ammontare massimo dell’imposta e sulle modalità e i termini per il versamento della stessa (Agenzia delle entrate, circolare 23 febbraio 2024, n. 4/E).
L’articolo 26, D.L. n. 104/2023 (c.d. “decreto Asset”), convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 136/2023, ha introdotto - a seguito dell’andamento dell’economia e, in particolare, dei tassi di interesse che hanno sensibilmente inciso sul debito contratto dalle imprese e dalle famiglie - un’imposta straordinaria calcolata sull’incremento del margine d’interesse.
Il comma 7, in particolare, prevede che le maggiori entrate derivanti da tale imposta affluiscano a un apposito capitolo del bilancio dello Stato, per essere indirizzate al finanziamento del fondo di garanzia per la prima casa, al finanziamento del fondo di garanzia a favore delle piccole e medie imprese e per interventi volti alla riduzione della pressione fiscale di famiglie e imprese.
L'imposta, ai sensi del comma 2, è determinata applicando un’aliquota pari al 40% sull’ammontare del margine degli interessi ricompresi nella voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024, che eccede per almeno il 10 per cento il medesimo margine riferito all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022.
Alla luce del dato testuale, nonché della ratio desumibile dalla suddetta relazione, si ritiene, dunque, che, per determinare la base imponibile del tributo in commento, occorre considerare il margine d’interesse nella sua interezza, così come risultante dalla voce 30 del conto economico, senza apportare aggiustamenti o rettifiche. Diversamente, qualora si fosse voluto escludere determinati componenti dalla base imponibile dell’imposta straordinaria in argomento, ciò sarebbe stato opportunamente disposto con norme di maggior dettaglio.
Come previsto dalla circolare della Banca d’Italia n. 262/2005, il margine d’interesse di cui alla voce 30 del conto economico si ottiene dalla somma algebrica della voce 10 “Interessi attivi e proventi assimilati” e della voce 20 “Interessi passivi e oneri assimilati”. La base imponibile, pertanto, risulta pari alla differenza, se positiva, tra la voce 30 del conto economico relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 (per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare, il bilancio di riferimento è quello chiuso al 31 dicembre 2023) e la voce 30 del conto economico relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022 (per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare, il bilancio di riferimento è quello chiuso al 31 dicembre 2021) aumentata del 10%. Su tale risultato si applica l’aliquota in misura pari al 40%. Qualora, quindi, l’incremento del margine d’interesse (voce 30) relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 rispetto a quello relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022 sia inferiore al 10% di quest’ultimo, non emerge alcuna base imponibile assoggettabile all’imposta straordinaria.
Per consentire il corretto versamento dell’imposta straordinaria, l’importo determinato come sopra deve essere raffrontato con un ultimo parametro. Ai fini del calcolo dell’importo effettivamente dovuto, il comma 3 stabilisce, infatti, che l’«ammontare dell’imposta straordinaria, in ogni caso, non può essere superiore a una quota pari allo 0,26% dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio su base individuale, determinato ai sensi dei paragrafi 3 e 4 dell’articolo 92 del regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, con riferimento alla data di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023».
Per effetto di tale previsione, per i soggetti residenti aventi l’esercizio coincidente con l’anno solare, l’imposta è dovuta per un ammontare pari al minor valore tra l’importo “teorico” dell’imposta e lo 0,26% dell’ammontare dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio su base individuale relativo all’esercizio chiuso il 31 dicembre 2022. Nel caso di soggetti con esercizio non coincidente con l’anno solare occorre, invece, fare riferimento al valore rilevato alla data di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso alla data del 1° gennaio 2023.
Nel caso di stabili organizzazioni di soggetti non residenti, si ritiene che tale riscontro debba essere effettuato considerando lo 0,26% dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio riferito agli elementi della medesima stabile organizzazione che soddisfano i criteri previsti dai commi 3 e 4 dell’articolo 92 del CRR, sempre con riferimento alla data di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023.
Tenuto conto che non sussiste, in linea generale, un obbligo d’informativa - relativo all’importo complessivo dell’esposizione al rischio - esclusivamente su base individuale, i soggetti passivi dell’imposta straordinaria sono tenuti, in ogni caso, a fornire in dichiarazione (i.e. modello Redditi società di capitali 2024, anche per i soggetti con esercizio non coincidente con l’anno solare), la predetta informazione su base individuale; la relativa documentazione, sia contabile sia extracontabile, necessaria alla ricostruzione di tale parametro, dovrà essere conservata ai fini di eventuali controlli da parte dell’Amministrazione finanziaria.
L’imposta straordinaria deve essere versata entro il 30 giugno 2024 (1° luglio poiché il 30 giugno è un giorno festivo) per i soggetti il cui esercizio coincide con l’anno solare e la cui approvazione del bilancio avviene entro centoventi giorni (i.e. quattro mesi) dalla chiusura dell’esercizio, ai sensi dell’articolo 2364, comma 2, del codice civile.
Il comma 4, al secondo periodo, diversamente, per i soggetti che in base a disposizioni di legge approvano il bilancio oltre il termine di quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio, il termine per il versamento decorre non più dalla data di chiusura dell’esercizio sociale, bensì dalla data di approvazione del bilancio. Per effetto di tale previsione, i soggetti, il cui periodo d’imposta coincide con l’anno solare, qualora si avvalgano del maggior termine (pari a centottanta giorni dalla chiusura dell’esercizio) normativamente previsto per l’approvazione del bilancio, ai sensi dell’articolo 2364 del codice civile, devono effettuare il pagamento dell’imposta straordinaria, al massimo, entro il 31 luglio 2024.
Caso particolare è quello dei soggetti passivi di nuova costituzione, che abbiano iniziato l’attività bancaria nel corso del triennio di osservazione previsto (anni 2021-2023 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare) e che non siano aventi causa di operazioni straordinarie aventi ad oggetto rami d’attività bancaria preesistenti. Per i soggetti che abbiano iniziato l’attività durante l’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022 (anno 2021 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare) il margine d’interesse da prendere in considerazione, al fine di confrontare dati omogenei, debba essere ragguagliato ad anno. Devono, invece, ritenersi esclusi dall’applicazione dell’imposta straordinaria i soggetti che abbiano iniziato l’attività durante l’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 (anno 2023 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare) o in quello ancora precedente (anno 2022 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare), attesa l’impossibilità di determinare il margine d’interesse relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022 (anno 2021 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare).
In relazione alle banche che hanno iniziato l’attività durante l’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 (anno 2023 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare) non sussiste, inoltre, il termine di confronto rappresentato dall’importo complessivo dell’esposizione al rischio su base individuale, atteso che quest’ultimo è relativo alla data di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023 (anno 2022 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare).