CIRL Abbigliamento Artigianato – Veneto: prorogata la vigenza del contratto fino al 29 febbraio 2024

Per effetto dell’accordo è stata prorogata l’erogazione dell’ERT e della quota di adesione contrattuale a previdenza contrattuale

Il 21 febbraio 2023 Confartigianato Imprese Veneto, CNA Veneto, Casartigiani del Veneto e Filctem-Cgil regionale del Veneto, Femca-Cisl regionale del Veneto, Uiltec-Uil regionale del Veneto, hanno sottoscritto un accordo che proroga ulteriormente la vigenza del contratto, applicabile ai dipendenti delle imprese artigiane dei settori tessile, abbigliamento, calzature, bambole, giocattoli, pulitintolavanderie, occhialeria e ottica, del 14.12.2016, del protocollo aggiuntivo 9 ottobre 2017 e successive proroghe, al 29 febbraio 2024.
Per effetto dell’accordo è stata prorogata, fino al 29 febbraio 2024, l’erogazione dell’ERT e della quota di adesione contrattuale a previdenza contrattuale.
Viene altresì confermata la quota di 2,50 euro, a carico dell’impresa, di supporto ai costi di gestione previsti dai Fondi negoziali dell’artigianato in favore dei lavoratori (operai, impiegati, apprendisti professionalizzanti). La quota viene versata in un’unica soluzione unitamente alle quote di adesione contrattuale di competenza del mese di marzo.
I datori di lavoro che hanno già assolto al versamento della quota annua per il 2023, con riferimento ai lavoratori assunti dal 1° gennaio 2023 al 28 febbraio 2023, non sono tenuti a ripetere il versamento.
Per i lavoratori assunti invece dal 1° marzo 2023 al 29 febbraio 2024 tale quota sarà versata con le stesse modalità unitamente al primo versamento.
Al termine dell’incontro le parti si sono impegnate, una volta rinnovato il CCNL a livello nazionale, di dare avvio alla trattativa di rinnovo del CIRL.

Per effetto dell’accordo è stata prorogata l’erogazione dell’ERT e della quota di adesione contrattuale a previdenza contrattuale

Il 21 febbraio 2023 Confartigianato Imprese Veneto, CNA Veneto, Casartigiani del Veneto e Filctem-Cgil regionale del Veneto, Femca-Cisl regionale del Veneto, Uiltec-Uil regionale del Veneto, hanno sottoscritto un accordo che proroga ulteriormente la vigenza del contratto, applicabile ai dipendenti delle imprese artigiane dei settori tessile, abbigliamento, calzature, bambole, giocattoli, pulitintolavanderie, occhialeria e ottica, del 14.12.2016, del protocollo aggiuntivo 9 ottobre 2017 e successive proroghe, al 29 febbraio 2024.
Per effetto dell’accordo è stata prorogata, fino al 29 febbraio 2024, l’erogazione dell’ERT e della quota di adesione contrattuale a previdenza contrattuale.
Viene altresì confermata la quota di 2,50 euro, a carico dell’impresa, di supporto ai costi di gestione previsti dai Fondi negoziali dell’artigianato in favore dei lavoratori (operai, impiegati, apprendisti professionalizzanti). La quota viene versata in un’unica soluzione unitamente alle quote di adesione contrattuale di competenza del mese di marzo.
I datori di lavoro che hanno già assolto al versamento della quota annua per il 2023, con riferimento ai lavoratori assunti dal 1° gennaio 2023 al 28 febbraio 2023, non sono tenuti a ripetere il versamento.
Per i lavoratori assunti invece dal 1° marzo 2023 al 29 febbraio 2024 tale quota sarà versata con le stesse modalità unitamente al primo versamento.
Al termine dell'incontro le parti si sono impegnate, una volta rinnovato il CCNL a livello nazionale, di dare avvio alla trattativa di rinnovo del CIRL.

CCNL Metalmeccanica – PMI (Conflavoro): sottoscritto il nuovo contratto

Siglato il CCNL per gli addetti alla Piccola e Media Industria Metalmeccanica, Orafa e alla Installazione Impianti

In data 25 gennaio 2023 è stato siglato da Conflavoro PMI, Fesica-Confsal e Confsal il nuovo CCNL applicabile alla Piccola e Media Industria Metalmeccanica, Orafa e alla Installazione di Impianti, con decorrenza a far data dal 1° febbraio 2023 al 31 gennaio 2026.
Le novità del CCNL sono innanzitutto la possibilità di istituire contratti part-time senza il minimo di ore settimanali, la previsione di contratti a tempo determinato fino al 50% dei lavoratori assunti in azienda a tempo indeterminato, apprendisti e con contratto di reinserimento.
A tal proposito si evidenzia la tipologia del contratto di reinserimento  applicabile ai lavoratori di prima assunzione nel settore di appartenenza dell’azienda o che, comunque, non abbiano precedentemente avuto un rapporto di lavoro subordinato con il medesimo datore di lavoro negli ultimi 12 mesi, a condizione che non abbiano già svolto le stesse mansioni, che abbiano più di 35 anni di età, e che si trovino in condizione di disoccupazione o sospensione, alla ricerca di nuova occupazione, o che abbiano cessato un’attività autonoma. 
Per quanto riguarda la disciplina delle assunzioni, è previsto un periodo di prova esteso a 6 mesi per Quadri e primo livello e 3 mesi per gli altri livelli,  la possibilità di attribuire retribuzioni ridotte ai lavoratori che abbiano meno di 5 anni di esperienza nella mansione per la quale vengono assunti del 7,5% per il primo anno e del 5% per il secondo anno, nei livelli individuati dal CCNL.
Relativamente allo straordinario, in ragione dei numerosi settori a cui si può applicare il Contratto, sono previsti diversi massimali (massimo 270 ore per le attività di manutenzione, installazione e montaggio e massimo 290 ore per le attività di riparazione aeronautica, navale e impiantistica).
E’, altresì, stabilita la possibilità del telelavoro a carattere volontario sia per l’azienda sia per il lavoratore dipendente.
In relazione agli Enti e ai Fondi, il CCNL Metalmeccanico PMI prevede l’adesione all’EBIASP come Ente Bilaterale e al Fondosani come Fondo Sanitario.

Siglato il CCNL per gli addetti alla Piccola e Media Industria Metalmeccanica, Orafa e alla Installazione Impianti

In data 25 gennaio 2023 è stato siglato da Conflavoro PMI, Fesica-Confsal e Confsal il nuovo CCNL applicabile alla Piccola e Media Industria Metalmeccanica, Orafa e alla Installazione di Impianti, con decorrenza a far data dal 1° febbraio 2023 al 31 gennaio 2026.
Le novità del CCNL sono innanzitutto la possibilità di istituire contratti part-time senza il minimo di ore settimanali, la previsione di contratti a tempo determinato fino al 50% dei lavoratori assunti in azienda a tempo indeterminato, apprendisti e con contratto di reinserimento.
A tal proposito si evidenzia la tipologia del contratto di reinserimento  applicabile ai lavoratori di prima assunzione nel settore di appartenenza dell'azienda o che, comunque, non abbiano precedentemente avuto un rapporto di lavoro subordinato con il medesimo datore di lavoro negli ultimi 12 mesi, a condizione che non abbiano già svolto le stesse mansioni, che abbiano più di 35 anni di età, e che si trovino in condizione di disoccupazione o sospensione, alla ricerca di nuova occupazione, o che abbiano cessato un'attività autonoma. 
Per quanto riguarda la disciplina delle assunzioni, è previsto un periodo di prova esteso a 6 mesi per Quadri e primo livello e 3 mesi per gli altri livelli,  la possibilità di attribuire retribuzioni ridotte ai lavoratori che abbiano meno di 5 anni di esperienza nella mansione per la quale vengono assunti del 7,5% per il primo anno e del 5% per il secondo anno, nei livelli individuati dal CCNL.
Relativamente allo straordinario, in ragione dei numerosi settori a cui si può applicare il Contratto, sono previsti diversi massimali (massimo 270 ore per le attività di manutenzione, installazione e montaggio e massimo 290 ore per le attività di riparazione aeronautica, navale e impiantistica).
E', altresì, stabilita la possibilità del telelavoro a carattere volontario sia per l’azienda sia per il lavoratore dipendente.
In relazione agli Enti e ai Fondi, il CCNL Metalmeccanico PMI prevede l’adesione all’EBIASP come Ente Bilaterale e al Fondosani come Fondo Sanitario.

Indennità Fermo pesca 2022, al via le domande

Le imprese interessate alla misura potranno presentare le istanze esclusivamente tramite il sistema telematico  “CIGSonline” (Ministero del lavoro e delle politiche sociali, comunicato 7 marzo 2023).

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha dato notizia delle modalità di richiesta dell’indennità di Fermo Pesca per l’anno 2022. Si tratta un’indennità giornaliera onnicomprensiva pari a 30 euro prevista dalla Legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Legge di bilancio 2022) che ha disposto per l’anno 2022 il suo riconoscimento, in caso di sospensione dal lavoro derivante da misure di arresto temporaneo obbligatorio e non obbligatorio.

Le modalità di richiesta da parte delle aziende sono state definite dal Decreto interministeriale n. 1 del 7 marzo 2023 che, tuttavia, al momento è in corso di registrazione presso la Corte dei Conti. Comunque, nel comunicato il Ministero chiarisce che le imprese interessate a ricevere l’indennità, in base a quanto stabilito dall’articolo 4 del Decreto, potranno presentare, a decorrere dalla data di pubblicazione sul sito istituzionale del ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, una singola istanza per ciascuna unità di pesca presente in azienda, esclusivamente tramite il sistema telematico  “CIGSonline“, non essendo ammesse altre modalità di presentazione.

La procedura, le istruzioni e gli allegati per l’inoltro delle istanze sono disponibili nella pagina web sul sito istituzionale dedicata al Fermo Pesca. 

L’unico strumento di pagamento dell’imposta di bollo è disponibile utilizzando, il sistema di pagamento “PagoPA“, attivabile attraverso l’apposita funzione integrata, all’interno dell’applicativo CIGSonline. Solo alla conclusione positiva della procedura di pagamento sarà possibile inoltrare la domanda. Bisogna pertanto tener conto dei tempi tecnici necessari per la procedura di pagamento, soprattutto in prossimità del termine di presentazione. Il Ministero non è responsabile di ritardi nell’invio delle istanze rispetto alla data perentoria del trentesimo giorno dalla data di pubblicazione del Decreto sul sito Istituzionale del Ministero del Lavoro, avvenuta appunto il 7 marzo 2023, causati da eventuali rallentamenti nelle tempistiche delle procedure di pagamento sul sistema “PagoPA”. 

La Direzione generale degli Ammortizzatori sociali del Ministero svolgerà l’istruttoria sulle richieste aziendali, verificandone i presupposti di legittimità, elaborerà gli elenchi degli aventi diritto, per giurisdizione di Direzione Marittima e quantificherà l’ammontare per ciascun marittimo. Qualora le richieste aziendali superino lo stanziamento previsto, la relativa indennità sarà ridotta proporzionalmente per ogni singolo lavoratore. Il Ministero ribadisce quanto già previsto dall’articolo 4, comma 6, del citato Decreto Interministeriale, in tema di improcedibilità delle istanze prive del visto dell’Autorità marittima. Si invitano gli utenti a monitorare il canale comunicazioni CIGSonline, sul quale verranno notificate comunicazioni e richieste di integrazioni documentali, relativamente alle istanze presentate.

 

Le imprese interessate alla misura potranno presentare le istanze esclusivamente tramite il sistema telematico  "CIGSonline" (Ministero del lavoro e delle politiche sociali, comunicato 7 marzo 2023).

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha dato notizia delle modalità di richiesta dell'indennità di Fermo Pesca per l'anno 2022. Si tratta un'indennità giornaliera onnicomprensiva pari a 30 euro prevista dalla Legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Legge di bilancio 2022) che ha disposto per l'anno 2022 il suo riconoscimento, in caso di sospensione dal lavoro derivante da misure di arresto temporaneo obbligatorio e non obbligatorio.

Le modalità di richiesta da parte delle aziende sono state definite dal Decreto interministeriale n. 1 del 7 marzo 2023 che, tuttavia, al momento è in corso di registrazione presso la Corte dei Conti. Comunque, nel comunicato il Ministero chiarisce che le imprese interessate a ricevere l'indennità, in base a quanto stabilito dall'articolo 4 del Decreto, potranno presentare, a decorrere dalla data di pubblicazione sul sito istituzionale del ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, una singola istanza per ciascuna unità di pesca presente in azienda, esclusivamente tramite il sistema telematico  "CIGSonline", non essendo ammesse altre modalità di presentazione.

La procedura, le istruzioni e gli allegati per l'inoltro delle istanze sono disponibili nella pagina web sul sito istituzionale dedicata al Fermo Pesca. 

L'unico strumento di pagamento dell'imposta di bollo è disponibile utilizzando, il sistema di pagamento "PagoPA", attivabile attraverso l'apposita funzione integrata, all'interno dell'applicativo CIGSonline. Solo alla conclusione positiva della procedura di pagamento sarà possibile inoltrare la domanda. Bisogna pertanto tener conto dei tempi tecnici necessari per la procedura di pagamento, soprattutto in prossimità del termine di presentazione. Il Ministero non è responsabile di ritardi nell'invio delle istanze rispetto alla data perentoria del trentesimo giorno dalla data di pubblicazione del Decreto sul sito Istituzionale del Ministero del Lavoro, avvenuta appunto il 7 marzo 2023, causati da eventuali rallentamenti nelle tempistiche delle procedure di pagamento sul sistema "PagoPA". 

La Direzione generale degli Ammortizzatori sociali del Ministero svolgerà l'istruttoria sulle richieste aziendali, verificandone i presupposti di legittimità, elaborerà gli elenchi degli aventi diritto, per giurisdizione di Direzione Marittima e quantificherà l'ammontare per ciascun marittimo. Qualora le richieste aziendali superino lo stanziamento previsto, la relativa indennità sarà ridotta proporzionalmente per ogni singolo lavoratore. Il Ministero ribadisce quanto già previsto dall'articolo 4, comma 6, del citato Decreto Interministeriale, in tema di improcedibilità delle istanze prive del visto dell'Autorità marittima. Si invitano gli utenti a monitorare il canale comunicazioni CIGSonline, sul quale verranno notificate comunicazioni e richieste di integrazioni documentali, relativamente alle istanze presentate.

 

Mitigazione e trasparenza costi delle transazioni elettroniche: istituito Tavolo tecnico

 

Con il DECRETO 03 MARZO 2023 il MEF istituisce un tavolo permanente sulle transazioni elettroniche diretto ad assicurare il necessario coordinamento e confronto tra i componenti del tavolo, per la mitigazione e la trasparenza dei costi delle transazioni elettroniche di valore fino a 30 euro a carico degli esercenti.

Come previsto dall’art. 1, comma 386 della Legge 29 dicembre 2022, n. 197, il MEF adotta un decreto volto a istituire un tavolo permanente fra le categorie interessate preordinato a valutare soluzioni per mitigare l’incidenza dei costi delle transazioni elettroniche di valore fino a 30 euro a carico degli esercenti attività di impresa, arti o professioni che presentino ricavi e compensi relativi all’anno di imposta precedente di ammontare non superiore a 400.000 euro.

Sempre nella legge 29 dicembre 2022, n. 197, all’art. 1, comma 387 è stabilito che ove il tavolo istituito ai sensi del comma 386 non giunga alla definizione di un livello dei costi equo e trasparente entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, ovvero in caso di mancata applicazione delle condizioni e delle commissioni fissate ai sensi dell’accordo definito, è dovuto da parte dei prestatori di servizi di pagamento e dei gestori di circuiti e di schemi di pagamento, per l’anno 2023, un contributo straordinario quantificato dalla citata norma

Il tavolo è presieduto dal Direttore generale del dipartimento del tesoro del ministero e ne fanno parte: MEF, Banca d’Italia, Agenzia delle entrate, Associazione bancaria italiana, Associazione italiana prestatori servizi di pagamento, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, MIMIT e Agenzia per l’Italia digitale.

Il MEF invita a partecipare anche i prestatori di servizi di pagamento, i gestori di circuiti e schemi di pagamento, nonché le relative associazioni di categoria. Ai lavori del tavolo possono essere invitati anche ulteriori associazioni rappresentative degli esercenti, valutata anche la rappresentanza degli interessi coinvolti, nonché, in qualità di uditori, i rappresentanti di altre amministrazioni o autorità.

Le riunioni del tavolo si svolgono ordinariamente in modalità telematica, fatte salve specifiche esigenze che richiedono la convocazione in presenza. I componenti, nell’ambito del tavolo permanente, possono pervenire alla conclusione di un accordo, la cui comunicazione avviene tramite sito istituzionale del MEF.

 

 

Con il DECRETO 03 MARZO 2023 il MEF istituisce un tavolo permanente sulle transazioni elettroniche diretto ad assicurare il necessario coordinamento e confronto tra i componenti del tavolo, per la mitigazione e la trasparenza dei costi delle transazioni elettroniche di valore fino a 30 euro a carico degli esercenti.

Come previsto dall'art. 1, comma 386 della Legge 29 dicembre 2022, n. 197, il MEF adotta un decreto volto a istituire un tavolo permanente fra le categorie interessate preordinato a valutare soluzioni per mitigare l'incidenza dei costi delle transazioni elettroniche di valore fino a 30 euro a carico degli esercenti attività di impresa, arti o professioni che presentino ricavi e compensi relativi all'anno di imposta precedente di ammontare non superiore a 400.000 euro.

Sempre nella legge 29 dicembre 2022, n. 197, all'art. 1, comma 387 è stabilito che ove il tavolo istituito ai sensi del comma 386 non giunga alla definizione di un livello dei costi equo e trasparente entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, ovvero in caso di mancata applicazione delle condizioni e delle commissioni fissate ai sensi dell'accordo definito, è dovuto da parte dei prestatori di servizi di pagamento e dei gestori di circuiti e di schemi di pagamento, per l'anno 2023, un contributo straordinario quantificato dalla citata norma

Il tavolo è presieduto dal Direttore generale del dipartimento del tesoro del ministero e ne fanno parte: MEF, Banca d’Italia, Agenzia delle entrate, Associazione bancaria italiana, Associazione italiana prestatori servizi di pagamento, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, MIMIT e Agenzia per l’Italia digitale.

Il MEF invita a partecipare anche i prestatori di servizi di pagamento, i gestori di circuiti e schemi di pagamento, nonché le relative associazioni di categoria. Ai lavori del tavolo possono essere invitati anche ulteriori associazioni rappresentative degli esercenti, valutata anche la rappresentanza degli interessi coinvolti, nonché, in qualità di uditori, i rappresentanti di altre amministrazioni o autorità.

Le riunioni del tavolo si svolgono ordinariamente in modalità telematica, fatte salve specifiche esigenze che richiedono la convocazione in presenza. I componenti, nell’ambito del tavolo permanente, possono pervenire alla conclusione di un accordo, la cui comunicazione avviene tramite sito istituzionale del MEF.

 

CCNL Scuola pubblica: confronto su aumenti salariali, precarietà dell’occupazione, nuove assunzioni

Proposte innovative per i dipendenti del settore Scuola

Nei giorni scorsi si sono riunite Cgil, Fp-Cgil e Flc-Cgil per affrontare le questioni relative ad aumenti salariali, contrasto alla precarietà e qualità dell’occupazione, nonché nuove assunzioni in ambito dell’Istruzione italiana.
Ciò a cui si è cercato e a cui si cerca di far fronte è soprattutto il forte ritardo nella sottoscrizione dei contratti, dovendo ancora chiudere la stagione 2019/2021, pertanto, si è evidenziata la necessità di acquisire maggiori risorse per gli Enti di Ricerca affinché vengano accelerate le trattative sui contratti relativi alle aree di dirigenza, ed affinché venga posta in essere la chiusura dei contratti dei settori Istruzione, Università e Ricerca.
Altresì, quello che si è cercato di sviluppare, è il tratto innovativo della più recente contrattazione, dall’ordinamento professionale, allo smartworking, alla formazione, alla valorizzazione delle relazioni sindacali come strumento per innovare la Pubblica Amministrazione e rispondere ai nuovi bisogni, dall’altra l’aumento salariale secondo le necessità di recupero del potere d’acquisto, poiché negli ultimi anni ha subito un forte calo dovuto alla crescita dell’inflazione. In aggiunta, risulta indispensabile realizzare lo scorrimento delle graduatorie, la stabilizzazione dei precari ed insistere con procedure che consentano l’accelerazione delle prove selettive.
Inoltre, Cgil, Fp e Flc si sono espresse, dichiarando che la precarietà dovrà esser contrastata soprattutto in contesti quali, ad esempio: il Pnrr, i tecnici del sud assunti a tempo determinato dai comuni, i precari del Ministero della Giustizia, quelli che da anni gestiscono i servizi di accoglienza del Ministero dell’Interno, attraverso un tavolo di confronto specifico nell’ambito del piano di assunzioni delle Pubbliche Amministrazioni per poter intervenire in un modo strutturale su quella che continua ad essere un’emergenza nonostante i vari processi di stabilizzazione eseguiti. Ciò le Parti Sindacali intendono raggiungere, non è altro che una concreta e coerente risposta agli obiettivi prefissati.

Proposte innovative per i dipendenti del settore Scuola

Nei giorni scorsi si sono riunite Cgil, Fp-Cgil e Flc-Cgil per affrontare le questioni relative ad aumenti salariali, contrasto alla precarietà e qualità dell’occupazione, nonché nuove assunzioni in ambito dell'Istruzione italiana.
Ciò a cui si è cercato e a cui si cerca di far fronte è soprattutto il forte ritardo nella sottoscrizione dei contratti, dovendo ancora chiudere la stagione 2019/2021, pertanto, si è evidenziata la necessità di acquisire maggiori risorse per gli Enti di Ricerca affinché vengano accelerate le trattative sui contratti relativi alle aree di dirigenza, ed affinché venga posta in essere la chiusura dei contratti dei settori Istruzione, Università e Ricerca.
Altresì, quello che si è cercato di sviluppare, è il tratto innovativo della più recente contrattazione, dall’ordinamento professionale, allo smartworking, alla formazione, alla valorizzazione delle relazioni sindacali come strumento per innovare la Pubblica Amministrazione e rispondere ai nuovi bisogni, dall’altra l'aumento salariale secondo le necessità di recupero del potere d’acquisto, poiché negli ultimi anni ha subito un forte calo dovuto alla crescita dell’inflazione. In aggiunta, risulta indispensabile realizzare lo scorrimento delle graduatorie, la stabilizzazione dei precari ed insistere con procedure che consentano l'accelerazione delle prove selettive.
Inoltre, Cgil, Fp e Flc si sono espresse, dichiarando che la precarietà dovrà esser contrastata soprattutto in contesti quali, ad esempio: il Pnrr, i tecnici del sud assunti a tempo determinato dai comuni, i precari del Ministero della Giustizia, quelli che da anni gestiscono i servizi di accoglienza del Ministero dell'Interno, attraverso un tavolo di confronto specifico nell'ambito del piano di assunzioni delle Pubbliche Amministrazioni per poter intervenire in un modo strutturale su quella che continua ad essere un'emergenza nonostante i vari processi di stabilizzazione eseguiti. Ciò le Parti Sindacali intendono raggiungere, non è altro che una concreta e coerente risposta agli obiettivi prefissati.

Anzianità di iscrizione al RUNTS, valgono anche i periodi maturati nei registri previgenti

L’iscrizione delle ODV e delle APS nei previgenti registri del volontariato e dell’associazionismo di promozione sociale può essere computata nei 6 mesi di iscrizione al RUNTS nel rispetto di un principio di continuità (Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nota 3 marzo 2023, n. 2904). 

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali giunge a tale conclusione in risposta a un quesito in ordine all’interpretazione dell’articolo 56 del D.Lgs. n.117/2017 (Codice del Terzo settore). Infatti, il citato articolo, al comma 1, prevede – tra i requisiti richiesti alle organizzazioni di volontariato (ODV)  e alle associazioni di promozione sociale (APS) per poter sottoscrivere, con le amministrazioni pubbliche, convenzioni finalizzate allo svolgimento in favore di terzi di attività o servizi sociali di interesse generale, se più favorevoli rispetto al ricorso al mercato – quello della iscrizione da almeno 6 mesi nel Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS). 

 

Viene chiesto se sia possibile considerare, ai fini della predetta anzianità di iscrizione, anche eventuali periodi maturati, in continuità, presso i registri previgenti.

 

L’iscrizione al RUNTS di cui si discute, oltre che rispettare il requisito minimo di durata dei 6 mesi, deve anche avvenire in una delle sezioni di cui all’articolo 46, comma 1, lettera a) e b) del Codice del Terzo settore (e ciò in ragione della prevalenza dell’apporto della componente volontaristica nello svolgimento delle attività di interesse generale che caratterizza le ODV e le APS).

 

La decorrenza del prescritto requisito di anzianità di iscrizione in una delle due citate sezioni del RUNTS deve essere correttamente considerata alla luce delle previsioni contenute negli articoli 101, comma 3 e 54, comma 4 del Codice: la prima disposizione stabilisce che il requisito dell’iscrizione al RUNTS, previsto dal medesimo Codice, nelle more dell’istituzione del RUNTS medesimo, si intende soddisfatto da parte degli ETS attraverso la loro iscrizione ad uno dei registri previsti dalle previgenti normative di settore, tra i quali vanno annoverati i registri del volontariato e delle associazioni di promozione sociale. L’articolo 54, comma 4 del Codice, poi, dispone che, fino al termine delle verifiche successive alla trasmigrazione, gli enti iscritti ai registri sopra ricordati continuano a beneficiare dei diritti derivanti dalle rispettive qualifiche acquisite, in virtù della loro iscrizione ai registri medesimi.

 

Pertanto, il Ministero perviene alla logica conclusione di includere nel computo dei 6 mesi di iscrizione al RUNTS, prescritto dall’articolo 56 del Codice del Terzo settore, anche il periodo precedentemente maturato – in continuità di iscrizione – ad uno dei registri previsti dalle leggi n. 266/1991 e n. 383/2000, ciò in omaggio a un principio di continuità, fissato dalle norme sopra richiamate, tra l’iscrizione ai preesistenti registri del volontariato e dell’associazionismo di promozione sociale e l’iscrizione dell’ente al RUNTS in una delle due sezioni dedicata, rispettivamente, alle ODV e alle APS.  

 

Il ricorso allo strumento convenzionale di cui all’articolo 56 del Codice potrà inoltre essere attivato anche nei confronti delle ODV e delle APS per le quali sia ancora pendente, presso i competenti uffici regionali del RUNTS, il procedimento di verifica della sussistenza dei requisiti per l’iscrizione al registro medesimo.

 

Infine, nella nota in commento si precisa che non potrà, viceversa, valere, l’iscrizione nell’anagrafe delle Onlus ai fini di maturazione del requisito temporale minimo di possesso della necessaria qualificazione specifica.

L'iscrizione delle ODV e delle APS nei previgenti registri del volontariato e dell'associazionismo di promozione sociale può essere computata nei 6 mesi di iscrizione al RUNTS nel rispetto di un principio di continuità (Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nota 3 marzo 2023, n. 2904). 

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali giunge a tale conclusione in risposta a un quesito in ordine all’interpretazione dell’articolo 56 del D.Lgs. n.117/2017 (Codice del Terzo settore). Infatti, il citato articolo, al comma 1, prevede - tra i requisiti richiesti alle organizzazioni di volontariato (ODV)  e alle associazioni di promozione sociale (APS) per poter sottoscrivere, con le amministrazioni pubbliche, convenzioni finalizzate allo svolgimento in favore di terzi di attività o servizi sociali di interesse generale, se più favorevoli rispetto al ricorso al mercato - quello della iscrizione da almeno 6 mesi nel Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS). 

 

Viene chiesto se sia possibile considerare, ai fini della predetta anzianità di iscrizione, anche eventuali periodi maturati, in continuità, presso i registri previgenti.

 

L'iscrizione al RUNTS di cui si discute, oltre che rispettare il requisito minimo di durata dei 6 mesi, deve anche avvenire in una delle sezioni di cui all’articolo 46, comma 1, lettera a) e b) del Codice del Terzo settore (e ciò in ragione della prevalenza dell’apporto della componente volontaristica nello svolgimento delle attività di interesse generale che caratterizza le ODV e le APS).

 

La decorrenza del prescritto requisito di anzianità di iscrizione in una delle due citate sezioni del RUNTS deve essere correttamente considerata alla luce delle previsioni contenute negli articoli 101, comma 3 e 54, comma 4 del Codice: la prima disposizione stabilisce che il requisito dell’iscrizione al RUNTS, previsto dal medesimo Codice, nelle more dell’istituzione del RUNTS medesimo, si intende soddisfatto da parte degli ETS attraverso la loro iscrizione ad uno dei registri previsti dalle previgenti normative di settore, tra i quali vanno annoverati i registri del volontariato e delle associazioni di promozione sociale. L’articolo 54, comma 4 del Codice, poi, dispone che, fino al termine delle verifiche successive alla trasmigrazione, gli enti iscritti ai registri sopra ricordati continuano a beneficiare dei diritti derivanti dalle rispettive qualifiche acquisite, in virtù della loro iscrizione ai registri medesimi.

 

Pertanto, il Ministero perviene alla logica conclusione di includere nel computo dei 6 mesi di iscrizione al RUNTS, prescritto dall’articolo 56 del Codice del Terzo settore, anche il periodo precedentemente maturato - in continuità di iscrizione - ad uno dei registri previsti dalle leggi n. 266/1991 e n. 383/2000, ciò in omaggio a un principio di continuità, fissato dalle norme sopra richiamate, tra l’iscrizione ai preesistenti registri del volontariato e dell’associazionismo di promozione sociale e l’iscrizione dell’ente al RUNTS in una delle due sezioni dedicata, rispettivamente, alle ODV e alle APS.  

 

Il ricorso allo strumento convenzionale di cui all'articolo 56 del Codice potrà inoltre essere attivato anche nei confronti delle ODV e delle APS per le quali sia ancora pendente, presso i competenti uffici regionali del RUNTS, il procedimento di verifica della sussistenza dei requisiti per l’iscrizione al registro medesimo.

 

Infine, nella nota in commento si precisa che non potrà, viceversa, valere, l’iscrizione nell’anagrafe delle Onlus ai fini di maturazione del requisito temporale minimo di possesso della necessaria qualificazione specifica.

CCNL Istituzioni Socio – Assistenziali (Anpas): definito un acconto economico in attesa del rinnovo

Erogata con la busta paga del mese di marzo 2023 una somma a titolo di acconto sul rinnovo del CCNL 2020 – 2022

Il 2 marzo 2023 è stato sottoscritto tra Anpas, Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia e le OO.SS. Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl il Verbale di Accordo in cui Anpas ha stabilito che le Associazioni Anpas che applicano il CCNL a decorrere dal 1°dicembre 2022, al fine di consentire un intervento economico immediato, devono riconoscera una somma a titolo di acconto sul rinnovo del CCNL 2020-2022 nella misura del 3,5% del tabellare, riferito al livello C3 ed erogata con la busta paga del mese di marzo 2023.
Tale somma è da intendersi assorbibile su futuri aumenti previsti nel rinnovo.
Si deve, altresì, ricordare che sono in corso le trattative al fine di accorpare il CCNL Istituzioni Socio Assistenziali (Anpas), il CCNL Misericordie e il CCNL CRI; durante tale incontri avvenuti in quest’ultimo anno si è giunti ad una prima modifica condivisa degli articoli riguardante sia la parte normativa, al fine di rendere armonizzabili tali contratti, sia la parte economica prevedendo un adeguamento economico pari al 4,5% di aumento sul tabellare C3 con decorrenza dal 1°dicembre 2022.
La Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia si impegna entro il 31 marzo 2023 a fornire risposta in merito a tale possibilità di unificazione.
Il prossimo incontro è fissato per il 4 aprile.

 

Erogata con la busta paga del mese di marzo 2023 una somma a titolo di acconto sul rinnovo del CCNL 2020 - 2022

Il 2 marzo 2023 è stato sottoscritto tra Anpas, Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia e le OO.SS. Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl il Verbale di Accordo in cui Anpas ha stabilito che le Associazioni Anpas che applicano il CCNL a decorrere dal 1°dicembre 2022, al fine di consentire un intervento economico immediato, devono riconoscera una somma a titolo di acconto sul rinnovo del CCNL 2020-2022 nella misura del 3,5% del tabellare, riferito al livello C3 ed erogata con la busta paga del mese di marzo 2023.
Tale somma è da intendersi assorbibile su futuri aumenti previsti nel rinnovo.
Si deve, altresì, ricordare che sono in corso le trattative al fine di accorpare il CCNL Istituzioni Socio Assistenziali (Anpas), il CCNL Misericordie e il CCNL CRI; durante tale incontri avvenuti in quest'ultimo anno si è giunti ad una prima modifica condivisa degli articoli riguardante sia la parte normativa, al fine di rendere armonizzabili tali contratti, sia la parte economica prevedendo un adeguamento economico pari al 4,5% di aumento sul tabellare C3 con decorrenza dal 1°dicembre 2022.
La Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia si impegna entro il 31 marzo 2023 a fornire risposta in merito a tale possibilità di unificazione.
Il prossimo incontro è fissato per il 4 aprile.

 

CCNL Poste: prorogati gli accordi sul lavoro agile fino al 30 settembre 2023

Le Parti, in attesa di incontrarsi a partire dal mese di settembre 2023 per una valutazione complessiva sull’istituto del lavoro agile, hanno convenuto di prorogare fino al 30 settembre 2023 gli effetti degli accordi del 1° marzo e del 3 agosto 2022

Il giorno 2 marzo 2023 è stato siglato tra Poste Italiane S.p.A. anche in rappresentanza di Poste Vita S.p.A., Poste Assicura S.p.A., Poste Welfare Servizi S.r.l., EGI S.p.A., BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, Postepay S.p.A., Postel S.p.A., Address S.p.A., Nexive Network S.r.l. e Slc-Cgil, Slp-Cisl, Uil-Poste, Failp-Cisal, Confsal Comunicazioni e Fnc Ugl Comunicazioni, un accordo in materia di lavoro agile.
Già in data 1° marzo 2022 l’Azienda aveva sottoscritto un Accordo con le Organizzazioni Sindacali, con vigenza fino al 31 marzo 2023, che regolamentava l’applicazione del Lavoro Agile in Poste Italiane e nelle Società del Gruppo, in coerenza con le previsioni dell’art. 27 del CCNL del 23 giugno 2021.
Successivamente con l’Accordo sottoscritto il 3 agosto 2022 l’Azienda e le OO.SS. avevano esteso, anche a seguito di quanto emerso nel corso dell’Osservatorio Paritetico sul Lavoro Agile dell’8 giugno 2022, la possibilità di ricorrere allo smart working al personale di staff assunto a tempo determinato nonché, per le sole finalità formative, al personale assegnato ad attività operative.
Sulla base di quanto concordato, le Parti in attesa di incontrarsi a partire dal mese di settembre 2023 per una valutazione complessiva dell’istituto in relazione alla transizione digitale in atto e al mutato scenario nella fase post-pandemica, hanno convenuto di prorogare fino al 30 settembre 2023 gli effetti dei citati accordi del 1° marzo e del 3 agosto 2022. 

Le Parti, in attesa di incontrarsi a partire dal mese di settembre 2023 per una valutazione complessiva sull’istituto del lavoro agile, hanno convenuto di prorogare fino al 30 settembre 2023 gli effetti degli accordi del 1° marzo e del 3 agosto 2022

Il giorno 2 marzo 2023 è stato siglato tra Poste Italiane S.p.A. anche in rappresentanza di Poste Vita S.p.A., Poste Assicura S.p.A., Poste Welfare Servizi S.r.l., EGI S.p.A., BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, Postepay S.p.A., Postel S.p.A., Address S.p.A., Nexive Network S.r.l. e Slc-Cgil, Slp-Cisl, Uil-Poste, Failp-Cisal, Confsal Comunicazioni e Fnc Ugl Comunicazioni, un accordo in materia di lavoro agile.
Già in data 1° marzo 2022 l’Azienda aveva sottoscritto un Accordo con le Organizzazioni Sindacali, con vigenza fino al 31 marzo 2023, che regolamentava l’applicazione del Lavoro Agile in Poste Italiane e nelle Società del Gruppo, in coerenza con le previsioni dell’art. 27 del CCNL del 23 giugno 2021.
Successivamente con l'Accordo sottoscritto il 3 agosto 2022 l’Azienda e le OO.SS. avevano esteso, anche a seguito di quanto emerso nel corso dell’Osservatorio Paritetico sul Lavoro Agile dell’8 giugno 2022, la possibilità di ricorrere allo smart working al personale di staff assunto a tempo determinato nonché, per le sole finalità formative, al personale assegnato ad attività operative.
Sulla base di quanto concordato, le Parti in attesa di incontrarsi a partire dal mese di settembre 2023 per una valutazione complessiva dell’istituto in relazione alla transizione digitale in atto e al mutato scenario nella fase post-pandemica, hanno convenuto di prorogare fino al 30 settembre 2023 gli effetti dei citati accordi del 1° marzo e del 3 agosto 2022. 

Opzione Donna: requisiti e condizioni

Fornite le istruzioni in tema di pensione anticipata per i profili relativi alle destinatarie, alla decorrenza e alle modalità di presentazione della domanda (INPS, circolare 6 marzo 2023, n. 25).

L’INPS ha reso note le istruzioni per l’applicazione delle disposizioni in materia di pensione anticipata (cosiddetta Opzione Donna) dettate dalla Legge di bilancio 2023 (Legge n. 197/2022, articolo 1, comma 292). In particolare, la norma in esame si applica alle lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2022, abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica di almeno 60 anni, e che si trovino in una delle condizioni indicate nella stessa norma, ovvero:

assistono, alla data di presentazione della domanda di pensione e da almeno sei mesi, il coniuge o la parte dell’unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi della Legge n. 104/1992 o un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o mancanti;

– hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti Commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento;

– sono lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa.

 Il requisito anagrafico di 60 anni è ridotto di un anno per figlio nel limite massimo di due anni. La riduzione massima di due anni si applica in favore della categoria di lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per  le quali è attivo un tavolo di confronto per la  gestione della  crisi aziendale presso la struttura per  la crisi  d’impresa anche in assenza di figli. Queste lavoratrici, pertanto, possono accedere ad Opzione Donna, con 58 anni di età e 35 anni di contribuzione, maturati entro il 31 dicembre 2022.

Per quel che riguarda la decorrenza dei trattamenti pensionistici, le lavoratrici dipendenti e autonome, al perfezionamento dei requisiti anagrafico e contributivo richiesti dalla norma, conseguono la pensione:

– a 12 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti;

– a 18 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle Gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi.

Infine, la circolare in commento contiene anche precisazioni in ordine alle diverse categorie di persone già citate che possono accedere ad Opzione Donna, alle domande da presentare per accedervi e alla documentazione da allegare.

Fornite le istruzioni in tema di pensione anticipata per i profili relativi alle destinatarie, alla decorrenza e alle modalità di presentazione della domanda (INPS, circolare 6 marzo 2023, n. 25).

L'INPS ha reso note le istruzioni per l'applicazione delle disposizioni in materia di pensione anticipata (cosiddetta Opzione Donna) dettate dalla Legge di bilancio 2023 (Legge n. 197/2022, articolo 1, comma 292). In particolare, la norma in esame si applica alle lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2022, abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica di almeno 60 anni, e che si trovino in una delle condizioni indicate nella stessa norma, ovvero:

- assistono, alla data di presentazione della domanda di pensione e da almeno sei mesi, il coniuge o la parte dell’unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi della Legge n. 104/1992 o un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o mancanti;

- hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti Commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento;

- sono lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa.

 Il requisito anagrafico di 60 anni è ridotto di un anno per figlio nel limite massimo di due anni. La riduzione massima di due anni si applica in favore della categoria di lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per  le quali è attivo un tavolo di confronto per la  gestione della  crisi aziendale presso la struttura per  la crisi  d'impresa anche in assenza di figli. Queste lavoratrici, pertanto, possono accedere ad Opzione Donna, con 58 anni di età e 35 anni di contribuzione, maturati entro il 31 dicembre 2022.

Per quel che riguarda la decorrenza dei trattamenti pensionistici, le lavoratrici dipendenti e autonome, al perfezionamento dei requisiti anagrafico e contributivo richiesti dalla norma, conseguono la pensione:

- a 12 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti;

- a 18 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle Gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi.

Infine, la circolare in commento contiene anche precisazioni in ordine alle diverse categorie di persone già citate che possono accedere ad Opzione Donna, alle domande da presentare per accedervi e alla documentazione da allegare.

Requisiti e condizioni per la costituzione dei distretti biologici

 

Pubblicato in G.U. n. 47 del 24 febbraio 2023 il Decreto 28 dicembre 2022 sui requisiti e condizioni per la costituzione e il riconoscimento dei distretti biologici e dei biodistretti al fine di tutelare, sviluppare ed incrementare la competitivita’ della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico.

 

Secondo quanto stabilito dal decreto del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, le aziende, singole o associate, le organizzazioni di produttori, i soggetti, pubblici e privati, gli enti locali che intendono promuovere la costituzione di un distretto biologico nonchè enti di ricerca che svolgono attività di ricerca in materia, costituiscono un comitato promotore, rappresentativo del tessuto socio-economico territoriale regionale o interregionale.

 

Obbligatoria la partecipazione al distretto biologico delle seguenti categorie di soggetti, se presenti sul territorio:

  • imprenditori agricoli biologici, singoli o associati, iscritti nell’elenco pubblico degli operatori dell’agricoltura e dell’acquacoltura biologiche che operano sul territorio del distretto, anche organizzati in reti di imprese;
  • associazioni di produttori biologici;
  • soggetti singoli o associati, comprese le società cooperative e consorzi, che intervengono nella filiera biologica.

Al distretto biologico possono partecipare enti locali e altri enti pubblici che adottino politiche di tutela delle produzioni biologiche, di difesa dell’ambiente, di conservazione del suolo agricolo e di difesa della biodiversità; enti di ricerca pubblici e privati che svolgono attività scientifica in materia di produzione biologica; enti e associazioni che svolgono attività di tutela e valorizzazione dell’ambiente e del territorio; imprenditori agricoli, singoli o associati, che non adottano il metodo biologico, con particolare riguardo ai soggetti produttivi disciplinati dalla Legge n. 30/2022 sulle piccole produzioni agroalimentari di origine locale e quelli disciplinati dalla Legge n. 61/2022 per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e provenienti da filiera corta; enti e associazioni pubblici e privati, consorzi, fondazioni, aziende speciali, società a partecipazione pubblica, enti economici regionali che svolgono attività nell’ambito della formazione, della promozione del territorio e dei prodotti agricoli, della ricerca e dell’innovazione finalizzate allo sviluppo del sistema produttivo primario; associazioni locali di consumatori; organizzazioni di produttori; organizzazioni professionali agricole, organizzazioni sindacali e associazioni di rappresentanza della cooperazione del territorio di riferimento; altri soggetti privati volti a consolidare l’aggregazione e il confronto dei diversi interessi locali per la valorizzazione delle risorse e lo sviluppo economico del territorio, in sintonia con ambiente e tradizione storica.

La richiesta di riconoscimento del distretto biologico è presentata dal comitato promotore alla competente regione di appartenenza nella quale insiste la totalità del territorio del distretto stesso per il tramite del soggetto gestore. Entro sessanta giorni dal ricevimento della comunicazione dell’esito positivo dell’istruttoria di riconoscimento, il distretto assume la forma giuridica indicata nel piano di distretto e trasmette alla regione competente gli atti relativi alla costituzione della società di distretto e lo statuto approvato e sottoscritto dagli aderenti alla società. Decorsi inutilmente i termini per la trasmissione degli atti sopraindicati, l’amministrazione archivia la domanda.

 

Tra i requisiti necessari al riconoscimento, la cui assenza ne può comportare la revoca, vi sono l’individuazione dell’area territoriale coinvolta nel distretto, l’elenco dei soggetti partecipanti, la specificazione della forma giuridica assunta, l’indicazione del programma di attività che si intende realizzare e gli obiettivi, le motivazioni e i risultati attesi. Il tempo massimo stabilito per adeguarsi a tali requisiti è fissato al 31 dicembre 2027.

 

 

Pubblicato in G.U. n. 47 del 24 febbraio 2023 il Decreto 28 dicembre 2022 sui requisiti e condizioni per la costituzione e il riconoscimento dei distretti biologici e dei biodistretti al fine di tutelare, sviluppare ed incrementare la competitivita' della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico.

 

Secondo quanto stabilito dal decreto del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, le aziende, singole o associate, le organizzazioni di produttori, i soggetti, pubblici e privati, gli enti locali che intendono promuovere la costituzione di un distretto biologico nonchè enti di ricerca che svolgono attività di ricerca in materia, costituiscono un comitato promotore, rappresentativo del tessuto socio-economico territoriale regionale o interregionale.

 

Obbligatoria la partecipazione al distretto biologico delle seguenti categorie di soggetti, se presenti sul territorio:

  • imprenditori agricoli biologici, singoli o associati, iscritti nell’elenco pubblico degli operatori dell’agricoltura e dell’acquacoltura biologiche che operano sul territorio del distretto, anche organizzati in reti di imprese;
  • associazioni di produttori biologici;
  • soggetti singoli o associati, comprese le società cooperative e consorzi, che intervengono nella filiera biologica.

Al distretto biologico possono partecipare enti locali e altri enti pubblici che adottino politiche di tutela delle produzioni biologiche, di difesa dell'ambiente, di conservazione del suolo agricolo e di difesa della biodiversità; enti di ricerca pubblici e privati che svolgono attività scientifica in materia di produzione biologica; enti e associazioni che svolgono attività di tutela e valorizzazione dell'ambiente e del territorio; imprenditori agricoli, singoli o associati, che non adottano il metodo biologico, con particolare riguardo ai soggetti produttivi disciplinati dalla Legge n. 30/2022 sulle piccole produzioni agroalimentari di origine locale e quelli disciplinati dalla Legge n. 61/2022 per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e provenienti da filiera corta; enti e associazioni pubblici e privati, consorzi, fondazioni, aziende speciali, società a partecipazione pubblica, enti economici regionali che svolgono attività nell'ambito della formazione, della promozione del territorio e dei prodotti agricoli, della ricerca e dell'innovazione finalizzate allo sviluppo del sistema produttivo primario; associazioni locali di consumatori; organizzazioni di produttori; organizzazioni professionali agricole, organizzazioni sindacali e associazioni di rappresentanza della cooperazione del territorio di riferimento; altri soggetti privati volti a consolidare l'aggregazione e il confronto dei diversi interessi locali per la valorizzazione delle risorse e lo sviluppo economico del territorio, in sintonia con ambiente e tradizione storica.

La richiesta di riconoscimento del distretto biologico è presentata dal comitato promotore alla competente regione di appartenenza nella quale insiste la totalità del territorio del distretto stesso per il tramite del soggetto gestore. Entro sessanta giorni dal ricevimento della comunicazione dell'esito positivo dell'istruttoria di riconoscimento, il distretto assume la forma giuridica indicata nel piano di distretto e trasmette alla regione competente gli atti relativi alla costituzione della società di distretto e lo statuto approvato e sottoscritto dagli aderenti alla società. Decorsi inutilmente i termini per la trasmissione degli atti sopraindicati, l'amministrazione archivia la domanda.

 

Tra i requisiti necessari al riconoscimento, la cui assenza ne può comportare la revoca, vi sono l'individuazione dell'area territoriale coinvolta nel distretto, l'elenco dei soggetti partecipanti, la specificazione della forma giuridica assunta, l'indicazione del programma di attività che si intende realizzare e gli obiettivi, le motivazioni e i risultati attesi. Il tempo massimo stabilito per adeguarsi a tali requisiti è fissato al 31 dicembre 2027.