CONFESERCENTI VENETO: accordo per l’accesso agli ammortizzatori sociali

Sottoscritto il 9/2/2022, tra CONFESERCENTI Veneto e le Organizzazioni Sindacali regionali dei Lavoratori del Commercio, del Terziario e del Turismo, FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL, UILTUCS,l’accordo regionale sulle procedure di accesso agli ammortizzatori sociali.

A seguito della riforma degli ammortizzatori sociali 2022, le Parti – Confesercenti Veneto e Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil del Veneto – hanno sottoscritto il 9 febbraio 2022, l’accordo per la regolamentazione delle procedure di accesso.
Premesso che:

– a seguito dell’emergenza epidemiologica ed economica legata al Covid-19, nel 2020 le parti sociali hanno siglato un accordo per le procedure semplificate per l’accesso agli ammortizzatori sociali e hanno attivato, per il tramite di Ente Bilaterale Veneto FVG, un portale per la gestione delle procedure di informazione e consultazione sindacale che permette una gestione semplificata dell’informativa da inviare alle OOSS provinciali da parte delle aziende e dei loro Consulenti del Lavoro e la validazione, anche a distanza, dei relativi accordi;

– la riforma degli ammortizzatori sociali allarga il campo di applicazione anche alle aziende con un numero medio di dipendenti negli ultimi 6 mesi pari o inferiore a 5;

– le parti riconoscono l’utilità e l’efficacia dello strumento adottato per il tramite di Ente Bilaterale Veneto FVG e confermano la necessità di adottare un sistema di procedure di informazione e consultazione sindacale semplificato e automatizzato come quello sperimentato, anche per la gestione ordinaria degli ammortizzatori sociali;

tutto ciò premesso, le Parti territoriali hanno convenuto quanto segue:

1. fatto salvo quanto previsto dalle vigenti leggi in materia, l’azienda che intenda attivare, per la gestione delle sospensioni/riduzioni di attività gli ammortizzatori sociali previsti dalla vigente normativa nazionale e regionale, anche attraverso l’Associazione Datoriale a cui aderisce o conferisce mandato, invierà alle parti sociali, tramite l’Ente Bilaterale Veneto FVG la richiesta di attivazione delle previste procedure di informazione e consultazione sindacale, che permetta la verifica da parte delle OO.SS. circa le esigenze aziendali di attivazione dell’ammortizzatore sociale richiesto;

2. il presente accordo trova applicazione per le aziende che applicano integralmente il CCNL della specifica loro categoria all’interno dei settori Terziario e Turismo, nonché i relativi accordi territoriali integrativi, e siano aderenti all’Ente Bilaterale Veneto FVG;

3. i componenti provinciali delle OO.SS. preposti all’esame congiunto tramite tale procedura sono attualmente quelli indicati all’Allegato A dell’accordo in esame;

4. in conformità con quanto previsto dalla Circolare INPS n. 18/2022, il presente accordo ha validità per gli ammortizzatori sociali erogati a partire dall’1/1/2022 ed è subordinato ad eventuali successivi provvedimenti governativi.

Sottoscritto il 9/2/2022, tra CONFESERCENTI Veneto e le Organizzazioni Sindacali regionali dei Lavoratori del Commercio, del Terziario e del Turismo, FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL, UILTUCS,l’accordo regionale sulle procedure di accesso agli ammortizzatori sociali.

A seguito della riforma degli ammortizzatori sociali 2022, le Parti - Confesercenti Veneto e Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil del Veneto - hanno sottoscritto il 9 febbraio 2022, l'accordo per la regolamentazione delle procedure di accesso.
Premesso che:

- a seguito dell'emergenza epidemiologica ed economica legata al Covid-19, nel 2020 le parti sociali hanno siglato un accordo per le procedure semplificate per l'accesso agli ammortizzatori sociali e hanno attivato, per il tramite di Ente Bilaterale Veneto FVG, un portale per la gestione delle procedure di informazione e consultazione sindacale che permette una gestione semplificata dell'informativa da inviare alle OOSS provinciali da parte delle aziende e dei loro Consulenti del Lavoro e la validazione, anche a distanza, dei relativi accordi;

- la riforma degli ammortizzatori sociali allarga il campo di applicazione anche alle aziende con un numero medio di dipendenti negli ultimi 6 mesi pari o inferiore a 5;

- le parti riconoscono l'utilità e l'efficacia dello strumento adottato per il tramite di Ente Bilaterale Veneto FVG e confermano la necessità di adottare un sistema di procedure di informazione e consultazione sindacale semplificato e automatizzato come quello sperimentato, anche per la gestione ordinaria degli ammortizzatori sociali;

tutto ciò premesso, le Parti territoriali hanno convenuto quanto segue:

1. fatto salvo quanto previsto dalle vigenti leggi in materia, l'azienda che intenda attivare, per la gestione delle sospensioni/riduzioni di attività gli ammortizzatori sociali previsti dalla vigente normativa nazionale e regionale, anche attraverso l'Associazione Datoriale a cui aderisce o conferisce mandato, invierà alle parti sociali, tramite l'Ente Bilaterale Veneto FVG la richiesta di attivazione delle previste procedure di informazione e consultazione sindacale, che permetta la verifica da parte delle OO.SS. circa le esigenze aziendali di attivazione dell'ammortizzatore sociale richiesto;

2. il presente accordo trova applicazione per le aziende che applicano integralmente il CCNL della specifica loro categoria all'interno dei settori Terziario e Turismo, nonché i relativi accordi territoriali integrativi, e siano aderenti all'Ente Bilaterale Veneto FVG;

3. i componenti provinciali delle OO.SS. preposti all'esame congiunto tramite tale procedura sono attualmente quelli indicati all'Allegato A dell’accordo in esame;

4. in conformità con quanto previsto dalla Circolare INPS n. 18/2022, il presente accordo ha validità per gli ammortizzatori sociali erogati a partire dall’1/1/2022 ed è subordinato ad eventuali successivi provvedimenti governativi.

Indennità di malattia lavoratori TPL: attivata la procedura per il rimborso

2 mar 2022 Il Ministero del Lavoro fornisce istruzioni per la trasmissione dei dati necessari a consentire alle aziende del settore del trasporto pubblico locale l’accesso alle risorse destinate a coprire i maggiori oneri anticipati per l’integrazione delle indennità di malattia fruite dal proprio personale per l’anno 2021. (Comunicato del 28 febbraio 2022)

In particolare, le aziende aventi titolo al rimborso dovranno inoltrare a mezzo PEC al suddetto Ministero:
la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà e la dichiarazione sostitutiva del certificato di iscrizione alla Camera di Commercio, Industria e Artigianato nonché la Tabella Oneri pubblicata sul sito istituzionale del Ministero.
La documentazione dovrà essere compilata in ogni sua parte in modo chiaro e leggibile; ciascun allegato dovrà essere sottoscritto dal legale rappresentante con firma apposta per esteso e leggibile;
ai sensi dell’art. 40 del DPR 445/2000, i certificati e gli atti di notorietà, da produrre nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, sono sostituiti dalle dichiarazioni, di cui agli artt. 46 e 47 del D.P.R. sopra citato, corredate da copia fotostatica del documento di identità del sottoscrittore, in corso di validità.
Nel caso in cui non si disponga della firma digitale, l’allegato relativo alla Tabella Oneri va compilato elettronicamente, stampato e firmato. In esso dovrà essere inserito il numero dei dipendenti addetti specificamente al trasporto pubblico locale nell’anno di riferimento e l’importo dell’onere complessivo dovrà corrispondere all’importo riportato nella dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.
La predetta documentazione dovrà essere trasmessa entro il termine del 31 marzo 2022, a pena di decadenza.
Le aziende escluse, a seguito della comunicazione del preavviso di rigetto, possono attivare un contraddittorio con l’Amministrazione attraverso la formulazione di osservazioni e la presentazione di documenti.

2 mar 2022 Il Ministero del Lavoro fornisce istruzioni per la trasmissione dei dati necessari a consentire alle aziende del settore del trasporto pubblico locale l’accesso alle risorse destinate a coprire i maggiori oneri anticipati per l’integrazione delle indennità di malattia fruite dal proprio personale per l’anno 2021. (Comunicato del 28 febbraio 2022)

In particolare, le aziende aventi titolo al rimborso dovranno inoltrare a mezzo PEC al suddetto Ministero:
la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà e la dichiarazione sostitutiva del certificato di iscrizione alla Camera di Commercio, Industria e Artigianato nonché la Tabella Oneri pubblicata sul sito istituzionale del Ministero.
La documentazione dovrà essere compilata in ogni sua parte in modo chiaro e leggibile; ciascun allegato dovrà essere sottoscritto dal legale rappresentante con firma apposta per esteso e leggibile;
ai sensi dell’art. 40 del DPR 445/2000, i certificati e gli atti di notorietà, da produrre nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, sono sostituiti dalle dichiarazioni, di cui agli artt. 46 e 47 del D.P.R. sopra citato, corredate da copia fotostatica del documento di identità del sottoscrittore, in corso di validità.
Nel caso in cui non si disponga della firma digitale, l’allegato relativo alla Tabella Oneri va compilato elettronicamente, stampato e firmato. In esso dovrà essere inserito il numero dei dipendenti addetti specificamente al trasporto pubblico locale nell’anno di riferimento e l’importo dell’onere complessivo dovrà corrispondere all’importo riportato nella dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.
La predetta documentazione dovrà essere trasmessa entro il termine del 31 marzo 2022, a pena di decadenza.
Le aziende escluse, a seguito della comunicazione del preavviso di rigetto, possono attivare un contraddittorio con l’Amministrazione attraverso la formulazione di osservazioni e la presentazione di documenti.

Contributi per prodotti sfusi o alla spina: domande dal 1° marzo 2022

Per le imprese e i commercianti che promuovono la vendita di prodotti sfusi o alla spina, via libera alle nuove richieste di contributi per prodotti sfusi o alla spina (INVITALIA – Comunicato 01 marzo 2022)

A partire dal 1° marzo e fino al 30 aprile 2022 potranno nuovamente presentare la domanda per ottenere il rimborso delle spese sostenute nel 2021.
La richiesta si presenta esclusivamente online sulla piattaforma informatica di Invitalia.
L’iniziativa è destinata a esercizi commerciali di vicinato e alla media e grande distribuzione per la predisposizione di spazi dedicati alla vendita di prodotti alimentari e detergenti, sfusi o alla spina, o per l’apertura di nuovi negozi che predispongano esclusivamente la vendita di prodotti sfusi.
La misura prevede un rimborso pari alla spesa sostenuta, fino a un importo massimo di 5.000 euro, che sarà corrisposto secondo l’ordine di presentazione delle domande ammissibili e nel limite complessivo di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021.
La modulistica e il bando sono reperibili sul sito Ministero Transizione Ecologica.

Per le imprese e i commercianti che promuovono la vendita di prodotti sfusi o alla spina, via libera alle nuove richieste di contributi per prodotti sfusi o alla spina (INVITALIA - Comunicato 01 marzo 2022)

A partire dal 1° marzo e fino al 30 aprile 2022 potranno nuovamente presentare la domanda per ottenere il rimborso delle spese sostenute nel 2021.
La richiesta si presenta esclusivamente online sulla piattaforma informatica di Invitalia.
L’iniziativa è destinata a esercizi commerciali di vicinato e alla media e grande distribuzione per la predisposizione di spazi dedicati alla vendita di prodotti alimentari e detergenti, sfusi o alla spina, o per l’apertura di nuovi negozi che predispongano esclusivamente la vendita di prodotti sfusi.
La misura prevede un rimborso pari alla spesa sostenuta, fino a un importo massimo di 5.000 euro, che sarà corrisposto secondo l'ordine di presentazione delle domande ammissibili e nel limite complessivo di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021.
La modulistica e il bando sono reperibili sul sito Ministero Transizione Ecologica.

INL – Obbligo di comunicazione dei lavoratori autonomi occasionali: nuove Faq

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro, con nota 01 marzo 2022, n. 393, fornisce nuovi chiarimenti in relazione all’obbligo di comunicazione dei lavoratori autonomi occasionali

– Coloro che svolgono esclusivamente attività di volontariato, a fronte della quale percepiscono solo rimborsi spese, non sono ricompresi nell’ambito di applicazione della normativa (L. n. 215/2021, di conversione del D.L. n. 146/2021) concernente l’obbligo di comunicazione dei lavoratori autonomi occasionali.
Ciò in quanto l’obbligo di comunicazione introdotto dalle disposizioni di cui sopra, è finalizzato a monitorare e contrastare forme elusive nell’impiego di lavoratori autonomi occasionali. Tale obbligo interessa esclusivamente i lavoratori inquadrabili nella definizione contenuta all’art. 2222 c.c. – riferito alla persona che “si obbliga a compiere verso un corrispettivo un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente” – e sottoposti, in ragione dell’occasionalità dell’attività, al regime fiscale di cui all’art. 67, comma 1 lett. l), del D.P.R. n. 917/1986.
Tanto premesso si ritiene che, laddove i soggetti coinvolti non siano prestatori di lavoro e che le somme ad essi accordate costituiscano meri rimborsi spesa, essi non siano ricompresi nell’obbligo. Resta salva ogni eventuale verifica in ordine alla conformità della fattispecie astrattamente ipotizzata al caso concreto ed alla esatta qualificazione di detti rapporti, sui quali rimane fermo ogni potere di accertamento.

– Le guide turistiche possono ritenersi escluse dall’obbligo di comunicazione preventiva introdotto dall’art. 14, comma 1, del D.Lgs. n. 81/2008, in quanto possono essere ricomprese tra le prestazioni di natura prettamente intellettuale.

– Le prestazioni occasionali rese dai traduttori, dagli interpreti e dai docenti di lingua sono escluse dall’obbligo di comunicazione preventiva in quanto ricomprese tra le prestazioni intellettuali.

– In caso di utilizzo di piattaforma digitale utilizzata per gestire le assegnazioni dei progetti di traduzione o altro a traduttori, revisori e altri linguisti tramite inviti da parte dei Project Manager, la prestazione di lavoro occasionale resa dai traduttori è esclusa dall’obbligo ma, poiché si utilizzano piattaforme digitali, essa rientra nell’obbligo di comunicazione di cui all’articolo 9-bis, commi 2, 2 quater e 2 quinquies, D.L. n. 510/1996, come modificato dal D.L. n. 152/2021 (conv. da L. n. 233/2021).

– Una S.p.A. a partecipazione pubblica, che persegue finalità pubblicistiche (ad es. progettazione, costruzione, manutenzione, gestione e vigilanza delle reti stradali), qualora ricorra a prestazioni di lavoro autonomo occasionale, è tenuta al rispetto dell’obbligo di comunicazione ex art. 14, comma 1, D.Lgs. n. 81/2008, in quanto non può ritenersi equiparabile ad una P.A. per la sola circostanza che l’ente pubblico ne possegga, in tutto o in parte, le azioni.

– Le consulenze scientifiche rese da medici iscritti all’ordine possono ritenersi escluse dall’obbligo di comunicazione preventiva introdotto dall’art. 14, comma 1, del D.Lgs. n. 81/2008, in quanto possono essere ricomprese tra le prestazioni di natura prettamente intellettuale.

– Le prestazioni di lavoro autonomo occasionale rese in regime di smartworking al di fuori del territorio italiano da lavoratori non residenti in Italia nell’ambito di progetti di integrazione per i migranti non sono ricomprese nell’obbligo di comunicazione preventiva introdotto dall’art. 14, comma 1, del D.Lgs. n. 81/2008, in quanto essendo svolte all’estero sono soggette alla disciplina del Paese dove vengono espletate.

– Le prestazioni rese dai produttori assicurativi sono ricomprese nell’obbligo di comunicazione preventiva introdotto dall’art. 14, comma 1, del D.Lgs. n. 81/2008, se rese da produttori assicurativi occasionali, cioè coloro che non sono forniti di lettera di autorizzazione, rientranti nel quinto gruppo di cui all’art. 7 del contratto collettivo per la disciplina dei rapporti fra agenti e produttori di assicurazione; diversamente, non sono soggette all’obbligo di comunicazione le prestazioni rese dai produttori assicurativi di 3° e 4° gruppo di cui agli articoli 5 e 6 del medesimo contratto collettivo, trattandosi di attività commerciale.

– Non è previsto l’obbligo di comunicazione ai sensi dell’art. 14, comma 1, del D.Lgs. n. 81/2008 per gli sportivi/atleti che si accordano con società produttrici di abbigliamento sportivo per l’uso della propria immagine, con impegno a pubblicizzare/diffondere lo specifico marchio, indossando capi ed attrezzature durante allenamenti, gare, manifestazioni sportive, fiere ed eventi promozionali, in tempi e in luoghi diversi, sia in Italia che all’Estero.
Questo perché si ritiene che la concessione, da parte dell’atleta, dell’uso della propria immagine per sponsorizzare il marchio dell’azienda non integri una prestazione lavorativa, quanto piuttosto l’assunzione di un obbligo “di permettere”, che in quanto tale non comporta l’obbligo di comunicazione di cui sopra.

– La prestazione di lavoro autonomo occasionale resa nelle ore serali/notturne e/o nei giorni festivi da parte di tecnici patentati di pronto intervento per persone intrappolate in ascensore, contattati per il tramite di un call center, deve essere preventivamente comunicata da parte del committente ai sensi dell’art. 14, comma 1, del D.Lgs. n. 81/2008?
Le peculiarità della prestazione resa in pronto intervento da parte di lavoratori autonomi che, seppur a monte individuati dal committente in una lista fornita al call center, non hanno l’obbligo di risposta alla chiamata, unitamente alle ragioni di urgenza dell’intervento stesso, potranno rilevare sotto il profilo della non sanzionabilità della eventuale omessa comunicazione nei tempi previsti, tenuto conto della oggettiva impossibilità di conoscere e, quindi, di comunicare in tempi utili tutti i requisiti minimi della comunicazione ai sensi del citato art. 14 e della nota MLPS/INL n. 29 dell’11/01/2022.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro, con nota 01 marzo 2022, n. 393, fornisce nuovi chiarimenti in relazione all’obbligo di comunicazione dei lavoratori autonomi occasionali

- Coloro che svolgono esclusivamente attività di volontariato, a fronte della quale percepiscono solo rimborsi spese, non sono ricompresi nell’ambito di applicazione della normativa (L. n. 215/2021, di conversione del D.L. n. 146/2021) concernente l’obbligo di comunicazione dei lavoratori autonomi occasionali.
Ciò in quanto l’obbligo di comunicazione introdotto dalle disposizioni di cui sopra, è finalizzato a monitorare e contrastare forme elusive nell'impiego di lavoratori autonomi occasionali. Tale obbligo interessa esclusivamente i lavoratori inquadrabili nella definizione contenuta all’art. 2222 c.c. - riferito alla persona che "si obbliga a compiere verso un corrispettivo un'opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente" - e sottoposti, in ragione dell’occasionalità dell’attività, al regime fiscale di cui all’art. 67, comma 1 lett. l), del D.P.R. n. 917/1986.
Tanto premesso si ritiene che, laddove i soggetti coinvolti non siano prestatori di lavoro e che le somme ad essi accordate costituiscano meri rimborsi spesa, essi non siano ricompresi nell’obbligo. Resta salva ogni eventuale verifica in ordine alla conformità della fattispecie astrattamente ipotizzata al caso concreto ed alla esatta qualificazione di detti rapporti, sui quali rimane fermo ogni potere di accertamento.

- Le guide turistiche possono ritenersi escluse dall’obbligo di comunicazione preventiva introdotto dall’art. 14, comma 1, del D.Lgs. n. 81/2008, in quanto possono essere ricomprese tra le prestazioni di natura prettamente intellettuale.

- Le prestazioni occasionali rese dai traduttori, dagli interpreti e dai docenti di lingua sono escluse dall’obbligo di comunicazione preventiva in quanto ricomprese tra le prestazioni intellettuali.

- In caso di utilizzo di piattaforma digitale utilizzata per gestire le assegnazioni dei progetti di traduzione o altro a traduttori, revisori e altri linguisti tramite inviti da parte dei Project Manager, la prestazione di lavoro occasionale resa dai traduttori è esclusa dall’obbligo ma, poiché si utilizzano piattaforme digitali, essa rientra nell’obbligo di comunicazione di cui all’articolo 9-bis, commi 2, 2 quater e 2 quinquies, D.L. n. 510/1996, come modificato dal D.L. n. 152/2021 (conv. da L. n. 233/2021).

- Una S.p.A. a partecipazione pubblica, che persegue finalità pubblicistiche (ad es. progettazione, costruzione, manutenzione, gestione e vigilanza delle reti stradali), qualora ricorra a prestazioni di lavoro autonomo occasionale, è tenuta al rispetto dell’obbligo di comunicazione ex art. 14, comma 1, D.Lgs. n. 81/2008, in quanto non può ritenersi equiparabile ad una P.A. per la sola circostanza che l’ente pubblico ne possegga, in tutto o in parte, le azioni.

- Le consulenze scientifiche rese da medici iscritti all’ordine possono ritenersi escluse dall’obbligo di comunicazione preventiva introdotto dall’art. 14, comma 1, del D.Lgs. n. 81/2008, in quanto possono essere ricomprese tra le prestazioni di natura prettamente intellettuale.

- Le prestazioni di lavoro autonomo occasionale rese in regime di smartworking al di fuori del territorio italiano da lavoratori non residenti in Italia nell’ambito di progetti di integrazione per i migranti non sono ricomprese nell’obbligo di comunicazione preventiva introdotto dall’art. 14, comma 1, del D.Lgs. n. 81/2008, in quanto essendo svolte all’estero sono soggette alla disciplina del Paese dove vengono espletate.

- Le prestazioni rese dai produttori assicurativi sono ricomprese nell’obbligo di comunicazione preventiva introdotto dall’art. 14, comma 1, del D.Lgs. n. 81/2008, se rese da produttori assicurativi occasionali, cioè coloro che non sono forniti di lettera di autorizzazione, rientranti nel quinto gruppo di cui all’art. 7 del contratto collettivo per la disciplina dei rapporti fra agenti e produttori di assicurazione; diversamente, non sono soggette all’obbligo di comunicazione le prestazioni rese dai produttori assicurativi di 3° e 4° gruppo di cui agli articoli 5 e 6 del medesimo contratto collettivo, trattandosi di attività commerciale.

- Non è previsto l’obbligo di comunicazione ai sensi dell’art. 14, comma 1, del D.Lgs. n. 81/2008 per gli sportivi/atleti che si accordano con società produttrici di abbigliamento sportivo per l’uso della propria immagine, con impegno a pubblicizzare/diffondere lo specifico marchio, indossando capi ed attrezzature durante allenamenti, gare, manifestazioni sportive, fiere ed eventi promozionali, in tempi e in luoghi diversi, sia in Italia che all’Estero.
Questo perché si ritiene che la concessione, da parte dell’atleta, dell’uso della propria immagine per sponsorizzare il marchio dell’azienda non integri una prestazione lavorativa, quanto piuttosto l’assunzione di un obbligo "di permettere", che in quanto tale non comporta l’obbligo di comunicazione di cui sopra.

- La prestazione di lavoro autonomo occasionale resa nelle ore serali/notturne e/o nei giorni festivi da parte di tecnici patentati di pronto intervento per persone intrappolate in ascensore, contattati per il tramite di un call center, deve essere preventivamente comunicata da parte del committente ai sensi dell’art. 14, comma 1, del D.Lgs. n. 81/2008?
Le peculiarità della prestazione resa in pronto intervento da parte di lavoratori autonomi che, seppur a monte individuati dal committente in una lista fornita al call center, non hanno l’obbligo di risposta alla chiamata, unitamente alle ragioni di urgenza dell’intervento stesso, potranno rilevare sotto il profilo della non sanzionabilità della eventuale omessa comunicazione nei tempi previsti, tenuto conto della oggettiva impossibilità di conoscere e, quindi, di comunicare in tempi utili tutti i requisiti minimi della comunicazione ai sensi del citato art. 14 e della nota MLPS/INL n. 29 dell’11/01/2022.

Fisco: chiarimenti su rivalutazione e riallineamento

Forniti chiarimenti in merito alle discipline della rivalutazione e del riallineamento di cui all’articolo 110 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, e della rivalutazione per i settori alberghiero e termale di cui all’articolo 6-bis del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 (Agenzia delle entrate – Circolare 01 marzo 2022, n. 6/E).

La presente circolare, nella Parte I e III, fornisce chiarimenti in relazione al regime fiscale della rivalutazione e del riallineamento contenuto nell’articolo 110 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126 (decreto agosto) utilizzando lo schema della circolare domanda-risposta, alla luce delle criticità rappresentate dai contribuenti nelle istanze di interpello lavorate e di quelle sollevate dagli ordini professionali e dalle associazioni di categoria.
Al riguardo, l’Agenzia precisa che tenuto conto che la disciplina prevista dal citato articolo 110 rinvia a previsioni già presenti nei precedenti regimi di rivalutazione e riallineamento, si applicano, in quanto compatibili, i chiarimenti già forniti dai diversi documenti di prassi (cfr., da ultimo, circolare n. 14/E del 27 aprile 2017, a commento della misura analoga contenuta nei commi da 556 a 563 dell’articolo 1 della legge 11 dicembre 2016, n. 232 – di seguito Legge di bilancio 2017 – che, a sua volta, rinvia alle precedenti circolari n. 18/E del 13 giugno 2006, n. 11/E del 19 marzo 2009 e n. 13/E del 14 giugno 2014).
Nello specifico, per quanto attiene ai profili sostanziali (Parte I) le precisazioni riguardano:
– la rivalutazione dei diritti immateriali giuridicamente tutelati ma non iscritti in bilancio;
– la rivalutazione dei diritti immateriali derivanti dall’adesione a un consorzio di tutela per la produzione di un prodotto alimentare;
– la rivalutazione di un diritto all’uso di spazi per l’esercizio di attività commerciale ottenuto gratuitamente;
– la rivalutazione di una porzione di fabbricato conseguente a un frazionamento operato nel 2021;
– la rivalutazione di un impianto fotovoltaico con opzione di riscatto prevista entro il 2019, ma esercitata nel 2020;
– la rivalutazione di un bene da parte di una società che ha sottoscritto un accordo di ristrutturazione dei debiti ex articolo 182-bis del Regio Decreto n. 267 del 1942;
– l’esercizio dell’opzione per la rivalutazione/riallineamento in ipotesi di fusione per incorporazione, effettuata nel corso dell’esercizio 2020, di una società controllata, acquisita nel corso dell’esercizio 2019;
– il trattamento della riserva da rivalutazione/riallineamento in caso di operazioni straordinarie;
– la disciplina del saldo attivo di rivalutazione di un bene immobile da parte di società in contabilità ordinaria che ha rivalutato il bene, ai sensi del decreto-legge n. 185 del 2008, in un periodo d’imposta precedente, in cui adottava la contabilità semplificata;
– l’affrancamento parziale delle riserve in sospensione d’imposta vincolate a seguito del riallineamento dei maggiori valori: natura riserve affrancate e individuazione delle stesse;
– il riallineamento delle divergenze di valore di cespiti il cui costo storico risulta già riallineato in base a precedenti discipline;
– il riallineamento delle divergenze derivanti da cessioni infragruppo determinate in applicazione dell’articolo 123, comma 1, del TUIR;
– l’incapienza di patrimonio netto rispetto ai maggiori valori da riallineare;
– l’irrilevanza degli incrementi delle divergenze di valore verificati nell’esercizio di riferimento del riallineamento (2020);
– la modalità di determinazione del piano di ammortamento del valore riallineato in presenza di valori fiscali residui al 31 dicembre 2019;
– la possibilità di apporre il vincolo di sospensione fiscale su riserve vincolate sotto il profilo civilistico;
– la determinazione della base imponibile per l’affrancamento della riserva da riallineamento;
– l’apposizione del vincolo su riserve di capitali e loro successiva distribuzione in assenza di affrancamento;
– il riallineamento delle divergenze di valore derivanti sia da deduzioni fiscali operate per cassa sia da FTA;
– il riallineamento delle divergenze di valore relative alle c.d. operazioni pregresse per le quali non è stata esercitata la facoltà prevista dall’articolo 15 del decreto-legge n. 185 del 2008;
– il riallineamento delle divergenze di valore del marchio derivanti da deduzioni effettuate ai fini IRES e IRAP;
– il riallineamento delle divergenze derivanti dall’applicazione dell’IFRIC 12;
– il riallineamento dell’avviamento attribuibile a diverse CGU, iscritto in bilancio a seguito di un’operazione di riorganizzazione;
Per quanto riguarda gli aspetti procedurali (Parte III), i chiarimenti riguardano:
– il perfezionamento dell’opzione per il riallineamento di cui all’articolo 110, comma 8 e 8-bis, del decreto agosto;
– l’ammissibilità in sede di dichiarazione c.d. “tardiva” dell’opzione per il riallineamento di cui all’articolo 110, comma 8 e 8-bis, del decreto agosto;
– la rinuncia alla rivalutazione operata ai sensi della legge di bilancio 2020 per aderire alla rivalutazione di cui all’articolo 110 del decreto agosto;
– la rinuncia al riallineamento di cui all’articolo 15, commi 10 e ss., del decreto legge n. 185 del 2008 per aderire al riallineamento di cui all’articolo 110 del decreto agosto;
– l’apposizione del vincolo di sospensione d’imposta in sede di approvazione (nel 2022) del bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2021.

La Parte II – articolata sempre secondo il suddetto schema domanda risposta – contiene, invece, specifici chiarimenti in ordine alla disciplina della rivalutazione dei beni prevista per i settori alberghiero e termale di cui all’articolo 6-bis del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 (decreto liquidità), convertito, con modificazioni, dalla legge 5 giugno 2020, n. 40.
In particolare:
– la società holding che affitta immobili alle controllate per lo svolgimento di attività nel settore alberghiero;
– la rivalutazione degli immobili detenuti da una società che opera nei settori alberghiero e termale in maniera non prevalente;
– la rivalutazione dei beni posseduti dal conduttore mediante contratto d’affitto di un’azienda che opera nel settore alberghiero;
– la rivalutazione dei beni posseduti da una società che svolge attività riconducibile al codice Ateco 55.30 – “Aree di campeggio ed aree attrezzate per camper e roulotte”;
– la decorrenza della deduzione degli ammortamenti relativi a beni rivalutati di società operante nel settore alberghiero;
– la rivalutazione dei beni posseduti da società operante nel settore alberghiero con contestuale riallineamento del valore dell’avviamento;
– la trasformazione progressiva, modifica della durata dall’esercizio e rivalutazione nel settore alberghiero;
– l’esercizio “a cavallo”, modifica della durata dell’esercizio sociale e rivalutazione dei beni.

Forniti chiarimenti in merito alle discipline della rivalutazione e del riallineamento di cui all’articolo 110 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, e della rivalutazione per i settori alberghiero e termale di cui all'articolo 6-bis del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 (Agenzia delle entrate - Circolare 01 marzo 2022, n. 6/E).

La presente circolare, nella Parte I e III, fornisce chiarimenti in relazione al regime fiscale della rivalutazione e del riallineamento contenuto nell’articolo 110 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126 (decreto agosto) utilizzando lo schema della circolare domanda-risposta, alla luce delle criticità rappresentate dai contribuenti nelle istanze di interpello lavorate e di quelle sollevate dagli ordini professionali e dalle associazioni di categoria.
Al riguardo, l’Agenzia precisa che tenuto conto che la disciplina prevista dal citato articolo 110 rinvia a previsioni già presenti nei precedenti regimi di rivalutazione e riallineamento, si applicano, in quanto compatibili, i chiarimenti già forniti dai diversi documenti di prassi (cfr., da ultimo, circolare n. 14/E del 27 aprile 2017, a commento della misura analoga contenuta nei commi da 556 a 563 dell'articolo 1 della legge 11 dicembre 2016, n. 232 - di seguito Legge di bilancio 2017 – che, a sua volta, rinvia alle precedenti circolari n. 18/E del 13 giugno 2006, n. 11/E del 19 marzo 2009 e n. 13/E del 14 giugno 2014).
Nello specifico, per quanto attiene ai profili sostanziali (Parte I) le precisazioni riguardano:
- la rivalutazione dei diritti immateriali giuridicamente tutelati ma non iscritti in bilancio;
- la rivalutazione dei diritti immateriali derivanti dall’adesione a un consorzio di tutela per la produzione di un prodotto alimentare;
- la rivalutazione di un diritto all’uso di spazi per l’esercizio di attività commerciale ottenuto gratuitamente;
- la rivalutazione di una porzione di fabbricato conseguente a un frazionamento operato nel 2021;
- la rivalutazione di un impianto fotovoltaico con opzione di riscatto prevista entro il 2019, ma esercitata nel 2020;
- la rivalutazione di un bene da parte di una società che ha sottoscritto un accordo di ristrutturazione dei debiti ex articolo 182-bis del Regio Decreto n. 267 del 1942;
- l’esercizio dell’opzione per la rivalutazione/riallineamento in ipotesi di fusione per incorporazione, effettuata nel corso dell’esercizio 2020, di una società controllata, acquisita nel corso dell’esercizio 2019;
- il trattamento della riserva da rivalutazione/riallineamento in caso di operazioni straordinarie;
- la disciplina del saldo attivo di rivalutazione di un bene immobile da parte di società in contabilità ordinaria che ha rivalutato il bene, ai sensi del decreto-legge n. 185 del 2008, in un periodo d’imposta precedente, in cui adottava la contabilità semplificata;
- l’affrancamento parziale delle riserve in sospensione d’imposta vincolate a seguito del riallineamento dei maggiori valori: natura riserve affrancate e individuazione delle stesse;
- il riallineamento delle divergenze di valore di cespiti il cui costo storico risulta già riallineato in base a precedenti discipline;
- il riallineamento delle divergenze derivanti da cessioni infragruppo determinate in applicazione dell’articolo 123, comma 1, del TUIR;
- l’incapienza di patrimonio netto rispetto ai maggiori valori da riallineare;
- l’irrilevanza degli incrementi delle divergenze di valore verificati nell’esercizio di riferimento del riallineamento (2020);
- la modalità di determinazione del piano di ammortamento del valore riallineato in presenza di valori fiscali residui al 31 dicembre 2019;
- la possibilità di apporre il vincolo di sospensione fiscale su riserve vincolate sotto il profilo civilistico;
- la determinazione della base imponibile per l’affrancamento della riserva da riallineamento;
- l’apposizione del vincolo su riserve di capitali e loro successiva distribuzione in assenza di affrancamento;
- il riallineamento delle divergenze di valore derivanti sia da deduzioni fiscali operate per cassa sia da FTA;
- il riallineamento delle divergenze di valore relative alle c.d. operazioni pregresse per le quali non è stata esercitata la facoltà prevista dall’articolo 15 del decreto-legge n. 185 del 2008;
- il riallineamento delle divergenze di valore del marchio derivanti da deduzioni effettuate ai fini IRES e IRAP;
- il riallineamento delle divergenze derivanti dall’applicazione dell’IFRIC 12;
- il riallineamento dell’avviamento attribuibile a diverse CGU, iscritto in bilancio a seguito di un’operazione di riorganizzazione;
Per quanto riguarda gli aspetti procedurali (Parte III), i chiarimenti riguardano:
- il perfezionamento dell’opzione per il riallineamento di cui all’articolo 110, comma 8 e 8-bis, del decreto agosto;
- l’ammissibilità in sede di dichiarazione c.d. "tardiva" dell’opzione per il riallineamento di cui all’articolo 110, comma 8 e 8-bis, del decreto agosto;
- la rinuncia alla rivalutazione operata ai sensi della legge di bilancio 2020 per aderire alla rivalutazione di cui all’articolo 110 del decreto agosto;
- la rinuncia al riallineamento di cui all’articolo 15, commi 10 e ss., del decreto legge n. 185 del 2008 per aderire al riallineamento di cui all’articolo 110 del decreto agosto;
- l’apposizione del vincolo di sospensione d’imposta in sede di approvazione (nel 2022) del bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2021.

La Parte II – articolata sempre secondo il suddetto schema domanda risposta – contiene, invece, specifici chiarimenti in ordine alla disciplina della rivalutazione dei beni prevista per i settori alberghiero e termale di cui all'articolo 6-bis del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 (decreto liquidità), convertito, con modificazioni, dalla legge 5 giugno 2020, n. 40.
In particolare:
- la società holding che affitta immobili alle controllate per lo svolgimento di attività nel settore alberghiero;
- la rivalutazione degli immobili detenuti da una società che opera nei settori alberghiero e termale in maniera non prevalente;
- la rivalutazione dei beni posseduti dal conduttore mediante contratto d’affitto di un’azienda che opera nel settore alberghiero;
- la rivalutazione dei beni posseduti da una società che svolge attività riconducibile al codice Ateco 55.30 - "Aree di campeggio ed aree attrezzate per camper e roulotte";
- la decorrenza della deduzione degli ammortamenti relativi a beni rivalutati di società operante nel settore alberghiero;
- la rivalutazione dei beni posseduti da società operante nel settore alberghiero con contestuale riallineamento del valore dell’avviamento;
- la trasformazione progressiva, modifica della durata dall’esercizio e rivalutazione nel settore alberghiero;
- l’esercizio "a cavallo", modifica della durata dell’esercizio sociale e rivalutazione dei beni.

Crediti d’imposta per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale

Nella G.U. n. 50 del 1° marzo 2022 è stato pubblicato il D.L. 01 marzo 2022, n. 17, recante le misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali. Tra i provvedimenti sono stati introdotti crediti d’imposta a favore delle imprese energivore, delle imprese a forte consumo di gas naturale e per l’efficienza energetica nelle regioni del Sud (artt. 4, 5 e 14, D.L. n. 17/2022).

Credito d’imposta, a favore delle imprese energivore

Alle imprese a forte consumo di energia elettrica, i cui costi per kWh della componente energia elettrica, calcolati sulla base della media del primo trimestre 2022 ed al netto delle imposte e degli eventuali sussidi, hanno subito un incremento del costo per KWh superiore al 30% relativo al medesimo periodo dell’anno 2019, anche tenuto conto di eventuali contratti di fornitura di durata stipulati dall’impresa, è riconosciuto un contributo straordinario a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti, sotto forma di credito di imposta, pari al 20% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel secondo trimestre 2022.
Il credito di imposta è’ riconosciuto anche in relazione alla spesa per l’energia elettrica prodotta dalle imprese e dalle stesse autoconsumata nel secondo trimestre 2022. In tal caso l’incremento del costo per kWh di energia elettrica prodotta e autoconsumata è calcolato con riferimento alla variazione del prezzo unitario dei combustibili acquistati ed utilizzati dall’impresa per la produzione della medesima energia elettrica e il credito di imposta è determinato con riguardo al prezzo convenzionale dell’energia elettrica pari alla media, relativa al secondo trimestre 2022, del prezzo unico nazionale dell’energia elettrica.
Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione e non concorre alla formazione del reddito d’impresa né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive. L’agevolazione è inoltre cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive, non porti al superamento del costo sostenuto.

Credito d’imposta, a favore delle imprese a forte consumo di gas naturale

Alle imprese a forte consumo di gas naturale (allegato, D.M. n. 541/2021) è riconosciuto, a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti per l’acquisto del gas naturale, un contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, pari al 15% della spesa sostenuta per l’acquisto del medesimo gas, consumato nel secondo trimestre solare dell’anno 2022, per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici, qualora il prezzo di riferimento del gas naturale, calcolato come media, riferita al primo trimestre 2022, dei prezzi di riferimento del Mercato Infragiornaliero (MI-GAS) pubblicati dal Gestore del mercati energetici (GME), abbia subito un incremento superiore al30% del corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre dell’anno 2019.
Per accedere al credito d’imposta è richiesto un consumo, nel primo trimestre solare dell’anno 2022, di un quantitativo di gas naturale per usi energetici non inferiore al 25%, al netto dei consumi di gas naturale impiegato in usi termoelettrici.
Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione e non concorre alla formazione del reddito d’impresa né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive.
Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive, non porti al superamento del costo sostenuto.

Credito d’imposta per l’efficienza energetica nelle regioni del Sud

Alle imprese che effettuano investimenti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia volti ad ottenere una migliore efficienza energetica ed a promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili, fino al 30 novembre 2023 è attribuito un contributo sotto forma di credito d’imposta, nel limite di 145 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, nella misura massima consentita dal regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014. Il credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito d’impresa né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività, ed è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive, non porti al superamento del costo sostenuto.
I costi ammissibili all’agevolazione corrispondono ai costi degli investimenti supplementari necessari per conseguire un livello più elevato di efficienza energetica e per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nell’ambito delle strutture produttive.

Nella G.U. n. 50 del 1° marzo 2022 è stato pubblicato il D.L. 01 marzo 2022, n. 17, recante le misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali. Tra i provvedimenti sono stati introdotti crediti d’imposta a favore delle imprese energivore, delle imprese a forte consumo di gas naturale e per l'efficienza energetica nelle regioni del Sud (artt. 4, 5 e 14, D.L. n. 17/2022).

Credito d'imposta, a favore delle imprese energivore

Alle imprese a forte consumo di energia elettrica, i cui costi per kWh della componente energia elettrica, calcolati sulla base della media del primo trimestre 2022 ed al netto delle imposte e degli eventuali sussidi, hanno subito un incremento del costo per KWh superiore al 30% relativo al medesimo periodo dell'anno 2019, anche tenuto conto di eventuali contratti di fornitura di durata stipulati dall'impresa, è riconosciuto un contributo straordinario a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti, sotto forma di credito di imposta, pari al 20% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel secondo trimestre 2022.
Il credito di imposta è' riconosciuto anche in relazione alla spesa per l'energia elettrica prodotta dalle imprese e dalle stesse autoconsumata nel secondo trimestre 2022. In tal caso l'incremento del costo per kWh di energia elettrica prodotta e autoconsumata è calcolato con riferimento alla variazione del prezzo unitario dei combustibili acquistati ed utilizzati dall'impresa per la produzione della medesima energia elettrica e il credito di imposta è determinato con riguardo al prezzo convenzionale dell'energia elettrica pari alla media, relativa al secondo trimestre 2022, del prezzo unico nazionale dell'energia elettrica.
Il credito d'imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione e non concorre alla formazione del reddito d'impresa né della base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive. L’agevolazione è inoltre cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive, non porti al superamento del costo sostenuto.

Credito d'imposta, a favore delle imprese a forte consumo di gas naturale

Alle imprese a forte consumo di gas naturale (allegato, D.M. n. 541/2021) è riconosciuto, a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti per l'acquisto del gas naturale, un contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, pari al 15% della spesa sostenuta per l'acquisto del medesimo gas, consumato nel secondo trimestre solare dell'anno 2022, per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici, qualora il prezzo di riferimento del gas naturale, calcolato come media, riferita al primo trimestre 2022, dei prezzi di riferimento del Mercato Infragiornaliero (MI-GAS) pubblicati dal Gestore del mercati energetici (GME), abbia subito un incremento superiore al30% del corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre dell'anno 2019.
Per accedere al credito d’imposta è richiesto un consumo, nel primo trimestre solare dell'anno 2022, di un quantitativo di gas naturale per usi energetici non inferiore al 25%, al netto dei consumi di gas naturale impiegato in usi termoelettrici.
Il credito d'imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione e non concorre alla formazione del reddito d'impresa né della base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive.
Il credito d'imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive, non porti al superamento del costo sostenuto.

Credito d'imposta per l'efficienza energetica nelle regioni del Sud

Alle imprese che effettuano investimenti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia volti ad ottenere una migliore efficienza energetica ed a promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili, fino al 30 novembre 2023 è attribuito un contributo sotto forma di credito d'imposta, nel limite di 145 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, nella misura massima consentita dal regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014. Il credito d'imposta non concorre alla formazione del reddito d'impresa né della base imponibile dell'imposta regionale sulle attività, ed è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive, non porti al superamento del costo sostenuto.
I costi ammissibili all'agevolazione corrispondono ai costi degli investimenti supplementari necessari per conseguire un livello più elevato di efficienza energetica e per l'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nell'ambito delle strutture produttive.

UNEBA: Accordo regionale Lombardia

 

Firmato il 24/2/2022, tra UNEBA Lombardia e FISASCAT-CISL, CISL-FP, CGIL-FP, UILTUCS, UIL-FP, l’accordo regionale su: tempi di vestizione, E.G.R. e anticipazione su futuri aumenti contrattuali

Tempi di vestizione
In relazione a quanto previsto dall’art. 28 del CCNL che rinvia alla contrattazione di secondo livello la quantificazione dei tempi di vestizione, le parti convengono quanto segue:

– sono 15 i minuti a turno di lavoro, quale riconoscimento dei tempi di vestizione e svestizione, con riferimento alle divise ed agli indumenti di servizio che il lavoratore è tenuto ad indossare/svestire all’interno dei locali dell’ente per lo svolgimento delle proprie mansioni. Il tempo di vestizione/svestizione dovrà contemperare il mantenimento dei livelli assistenziali, salvaguardare i carichi di lavoro e consentire il regolare passaggio delle consegne;
– sono fatti salvi gli accordi aziendali comunque già raggiunti sull’argomento alla data di sottoscrizione dell’accordo (24/2/2022);
– il presente accordo entra in vigore dal mese successivo alla data di sottoscrizione.

Elemento di Garanzia art. 43 CCNL Uneba 2017-2019
Le parti, nella loro piena autonomia negoziale, in relazione alle previsioni dell’art. 43 del CCNL UNEBA, statuiscono la seguente regolamentazione che assorbe e sostituisce quanto ivi previsto con specifico riguardo all’elemento di garanzia ed alle quote A e B.
In particolare viene riconosciuta a titolo di welfare contrattuale a favore di lavoratrici e lavoratori una somma pari ad euro 250,00 (euro duecentocinquanta/00) annui, da proporzionarsi in caso di orario di lavoro a tempo parziale o tempo determinato, in ogni caso, pro quota a dodicesimi in caso di assunzione inframensili e/o infra-annuali (in tal caso, saranno considerate mese intero le frazioni pari ad almeno quindici giorni di calendario).
Tale misura sarà attuata dagli enti datori di lavoro attraverso la consegna di buoni telematici e/o cartacei rappresentativi di beni e servizi di cui all’art. 51, comma 3, ultimo periodo del D.P.R. n. 917/1986 che saranno consegnati alle lavoratrici/lavoratori entro il 10 Aprile;
Entro la mensilità del mese di Novembre, alle lavoratrici e lavoratori sarà erogato annualmente un importo lordo pari ad euro 170,00 suddivisibili eventualmente in massimo due quote, fermo restando il proporzionamento in caso di orario di lavoro a tempo parziale e/o tempo determinato, in ogni caso, pro quota a dodicesimi in caso di assunzione inframensili e/o infra-annuali (in tal caso, saranno considerate mese Intero le frazioni pari ad almeno quindici giorni di calendario).
Nella determinazione di tale ammontare, si è già tenuto conto dell’incidenza su tutti gli istituti differiti.
Le parti si danno reciprocamente atto che la presente intesa, nella sua globalità, integra l’attuazione di quanto rappresentato dall’art. 43 del CCNL UNEBA, con particolare riferimento all’elemento di garanzia, ivi comprese le quote A e B. Resta inteso che il presente punto 2., come previsto dal CCNL, decadrà automaticamente a far data dalla sottoscrizione del prossimo rinnovo contrattuale.

Acconto CIRL 2022
Le parti sono impegnate a proseguire le trattative finalizzate al rinnovo dei contratto integrativo regionale e, al riguardo, a riprova delle loro intenzioni, convengono che, con la busta paga di Giugno 2022, alle lavoratrici e ai lavoratori sarà erogato un importo a titolo di acconto, pari ad euro 30,00 lordi, da proporzionarsi In caso di orario di lavoro a tempo parziale o tempo determinato, in ogni caso, pro quota a dodicesimi In caso di assunzione/cessazione inframensili e/o infra-annuali (in tal caso, saranno considerate mese intero le frazioni pari ad almeno quindici giorni di calendario).
Nella determinazione di tale ammontare, si è già tenuto conto dell’incidenza su tutti gli istituti differiti.
Le parti medesime convengono che di tale somma si terrà conto, quale anticipo, nel rinnovo del contratto regionale.

 

Firmato il 24/2/2022, tra UNEBA Lombardia e FISASCAT-CISL, CISL-FP, CGIL-FP, UILTUCS, UIL-FP, l’accordo regionale su: tempi di vestizione, E.G.R. e anticipazione su futuri aumenti contrattuali

Tempi di vestizione
In relazione a quanto previsto dall'art. 28 del CCNL che rinvia alla contrattazione di secondo livello la quantificazione dei tempi di vestizione, le parti convengono quanto segue:

- sono 15 i minuti a turno di lavoro, quale riconoscimento dei tempi di vestizione e svestizione, con riferimento alle divise ed agli indumenti di servizio che il lavoratore è tenuto ad indossare/svestire all'interno dei locali dell'ente per lo svolgimento delle proprie mansioni. Il tempo di vestizione/svestizione dovrà contemperare il mantenimento dei livelli assistenziali, salvaguardare i carichi di lavoro e consentire il regolare passaggio delle consegne;
- sono fatti salvi gli accordi aziendali comunque già raggiunti sull'argomento alla data di sottoscrizione dell’accordo (24/2/2022);
- il presente accordo entra in vigore dal mese successivo alla data di sottoscrizione.

Elemento di Garanzia art. 43 CCNL Uneba 2017-2019
Le parti, nella loro piena autonomia negoziale, in relazione alle previsioni dell'art. 43 del CCNL UNEBA, statuiscono la seguente regolamentazione che assorbe e sostituisce quanto ivi previsto con specifico riguardo all'elemento di garanzia ed alle quote A e B.
In particolare viene riconosciuta a titolo di welfare contrattuale a favore di lavoratrici e lavoratori una somma pari ad euro 250,00 (euro duecentocinquanta/00) annui, da proporzionarsi in caso di orario di lavoro a tempo parziale o tempo determinato, in ogni caso, pro quota a dodicesimi in caso di assunzione inframensili e/o infra-annuali (in tal caso, saranno considerate mese intero le frazioni pari ad almeno quindici giorni di calendario).
Tale misura sarà attuata dagli enti datori di lavoro attraverso la consegna di buoni telematici e/o cartacei rappresentativi di beni e servizi di cui all'art. 51, comma 3, ultimo periodo del D.P.R. n. 917/1986 che saranno consegnati alle lavoratrici/lavoratori entro il 10 Aprile;
Entro la mensilità del mese di Novembre, alle lavoratrici e lavoratori sarà erogato annualmente un importo lordo pari ad euro 170,00 suddivisibili eventualmente in massimo due quote, fermo restando il proporzionamento in caso di orario di lavoro a tempo parziale e/o tempo determinato, in ogni caso, pro quota a dodicesimi in caso di assunzione inframensili e/o infra-annuali (in tal caso, saranno considerate mese Intero le frazioni pari ad almeno quindici giorni di calendario).
Nella determinazione di tale ammontare, si è già tenuto conto dell'incidenza su tutti gli istituti differiti.
Le parti si danno reciprocamente atto che la presente intesa, nella sua globalità, integra l'attuazione di quanto rappresentato dall’art. 43 del CCNL UNEBA, con particolare riferimento all'elemento di garanzia, ivi comprese le quote A e B. Resta inteso che il presente punto 2., come previsto dal CCNL, decadrà automaticamente a far data dalla sottoscrizione del prossimo rinnovo contrattuale.

Acconto CIRL 2022
Le parti sono impegnate a proseguire le trattative finalizzate al rinnovo dei contratto integrativo regionale e, al riguardo, a riprova delle loro intenzioni, convengono che, con la busta paga di Giugno 2022, alle lavoratrici e ai lavoratori sarà erogato un importo a titolo di acconto, pari ad euro 30,00 lordi, da proporzionarsi In caso di orario di lavoro a tempo parziale o tempo determinato, in ogni caso, pro quota a dodicesimi In caso di assunzione/cessazione inframensili e/o infra-annuali (in tal caso, saranno considerate mese intero le frazioni pari ad almeno quindici giorni di calendario).
Nella determinazione di tale ammontare, si è già tenuto conto dell'incidenza su tutti gli istituti differiti.
Le parti medesime convengono che di tale somma si terrà conto, quale anticipo, nel rinnovo del contratto regionale.

Dal 1° marzo via libera al “bonus internet per le imprese”

Il Ministero dello Sviluppo Economico comunica l’attivazione del Piano voucher per la connettività a internet ultraveloce, che consente alle imprese di beneficiare di un contributo fino a 2.500 euro per l’attivazione di servizi a banda ultra larga. (Comunicato 28 febbraio 2022).

Dalle ore 12 del 1° marzo 2022 parte il “piano voucher connettività per le imprese”, che consente l’accesso ad un contributo statale per l’attivazione dei servizi a banda ultralarga da parte delle imprese.
Il contributo previsto dal piano voucher (detto anche “bonus internet”) va da un minimo di 300 euro ad un massimo di 2.500 euro per l’attivazione di servizi di connettività da 30 Mbit/s ad oltre 1 Gbit/s.
L’intervento rientra nell’ambito della Strategia italiana per la banda ultralarga ed è anche tra le priorità indicate nel PNRR.

La richiesta del contributo deve essere fatta dalle imprese interessate direttamente agli operatori di telecomunicazioni accreditati sul portale dedicato all’incentivo.

La realizzazione dell’intervento e la gestione del beneficio e delle risorse sono affidati alla società in-house del Ministero dello Sviluppo Economico, Infratel Italia SpA. Le risorse stanziate ammontano complessivamente a 608.238.104,00 euro.

Il voucher è destinato alle imprese presenti sul territorio italiano, regolarmente iscritte al Registro delle Imprese, di dimensione micro, piccola e media.
Ciascun beneficiario, identificato con una Partita IVA/Codice Fiscale impresa, può ottenere un solo voucher, anche se ha più sedi.
La misura prevede l’erogazione di un contributo variabile in considerazione delle diverse caratteristiche di connettività e in presenza di step change (inteso quale incremento della velocità di connessione) rispetto al livello di connettività eventualmente già disponibile presso la sede dell’impresa, realizzato con qualsiasi tecnologia che soddisfi le prestazioni richieste.
In particolare, sono previste quattro diverse tipologie di voucher, a seconda dei parametri prestazionali (velocità massima in download e banda minima garantita) relativi all’offerta attivata:
– Voucher A1, previsto per contratti con velocità max in download 30 Mbit/s < V < 300 Mbit/s, pari a 300 euro, con una durata di 18 mesi;
– Voucher A2, previsto per contratti con velocità max in download 300 Mbit/s < V < 1 Gbit/s, pari a 300 euro (+ 500 euro con V=1 Gbit/s), con una durata di 18 mesi;
– Voucher A3, previsto per contratti con velocità max in download 300 Mbit/s < V < 1 Gbit/s e banda minima garantita > 30 Mbit/s, pari a 500 euro (+ 500 euro con V=1 Gbit/s), con una durata di 18 mesi;
– Voucher A4, previsto per contratti con velocità max in download V > 1 Gbit/s e banda minima garantita > 100 Mbit/s, pari a 2.000 euro + 500 euro, con una durata di 24 mesi.

Per partecipare al piano voucher connettività, gli operatori di telecomunicazioni devono preventivamente registrarsi sul portale dedicato, attivato appositamente da Infratel Italia. Gli operatori già accreditati per la precedente fase 1 del Piano Voucher, destinata alle famiglie con fascia di ISEE fino a 20 mila euro, sono automaticamente accreditati per la nuova fase destinata alle imprese, dopo la sottoscrizione della nuova Convenzione con Infratel Italia e la dimostrazione di essere in possesso dei requisiti necessari ai fini dell’iscrizione nell’elenco degli operatori accreditati.
Il Piano Voucher per le imprese avrà durata fino a esaurimento delle risorse stanziate e, comunque, non oltre il 15 dicembre 2022. La durata può essere prorogata per un ulteriore anno, previa disponibilità di risorse e a seguito di valutazione da parte della Commissione europea.

Il Ministero dello Sviluppo Economico comunica l’attivazione del Piano voucher per la connettività a internet ultraveloce, che consente alle imprese di beneficiare di un contributo fino a 2.500 euro per l’attivazione di servizi a banda ultra larga. (Comunicato 28 febbraio 2022).

Dalle ore 12 del 1° marzo 2022 parte il "piano voucher connettività per le imprese", che consente l’accesso ad un contributo statale per l’attivazione dei servizi a banda ultralarga da parte delle imprese.
Il contributo previsto dal piano voucher (detto anche "bonus internet") va da un minimo di 300 euro ad un massimo di 2.500 euro per l’attivazione di servizi di connettività da 30 Mbit/s ad oltre 1 Gbit/s.
L’intervento rientra nell’ambito della Strategia italiana per la banda ultralarga ed è anche tra le priorità indicate nel PNRR.

La richiesta del contributo deve essere fatta dalle imprese interessate direttamente agli operatori di telecomunicazioni accreditati sul portale dedicato all’incentivo.

La realizzazione dell’intervento e la gestione del beneficio e delle risorse sono affidati alla società in-house del Ministero dello Sviluppo Economico, Infratel Italia SpA. Le risorse stanziate ammontano complessivamente a 608.238.104,00 euro.

Il voucher è destinato alle imprese presenti sul territorio italiano, regolarmente iscritte al Registro delle Imprese, di dimensione micro, piccola e media.
Ciascun beneficiario, identificato con una Partita IVA/Codice Fiscale impresa, può ottenere un solo voucher, anche se ha più sedi.
La misura prevede l’erogazione di un contributo variabile in considerazione delle diverse caratteristiche di connettività e in presenza di step change (inteso quale incremento della velocità di connessione) rispetto al livello di connettività eventualmente già disponibile presso la sede dell’impresa, realizzato con qualsiasi tecnologia che soddisfi le prestazioni richieste.
In particolare, sono previste quattro diverse tipologie di voucher, a seconda dei parametri prestazionali (velocità massima in download e banda minima garantita) relativi all’offerta attivata:
- Voucher A1, previsto per contratti con velocità max in download 30 Mbit/s < V < 300 Mbit/s, pari a 300 euro, con una durata di 18 mesi;
- Voucher A2, previsto per contratti con velocità max in download 300 Mbit/s < V < 1 Gbit/s, pari a 300 euro (+ 500 euro con V=1 Gbit/s), con una durata di 18 mesi;
- Voucher A3, previsto per contratti con velocità max in download 300 Mbit/s < V < 1 Gbit/s e banda minima garantita > 30 Mbit/s, pari a 500 euro (+ 500 euro con V=1 Gbit/s), con una durata di 18 mesi;
- Voucher A4, previsto per contratti con velocità max in download V > 1 Gbit/s e banda minima garantita > 100 Mbit/s, pari a 2.000 euro + 500 euro, con una durata di 24 mesi.

Per partecipare al piano voucher connettività, gli operatori di telecomunicazioni devono preventivamente registrarsi sul portale dedicato, attivato appositamente da Infratel Italia. Gli operatori già accreditati per la precedente fase 1 del Piano Voucher, destinata alle famiglie con fascia di ISEE fino a 20 mila euro, sono automaticamente accreditati per la nuova fase destinata alle imprese, dopo la sottoscrizione della nuova Convenzione con Infratel Italia e la dimostrazione di essere in possesso dei requisiti necessari ai fini dell’iscrizione nell’elenco degli operatori accreditati.
Il Piano Voucher per le imprese avrà durata fino a esaurimento delle risorse stanziate e, comunque, non oltre il 15 dicembre 2022. La durata può essere prorogata per un ulteriore anno, previa disponibilità di risorse e a seguito di valutazione da parte della Commissione europea.

Ebitemp: modalità adottate per l’Assegno Unico Universale

L’Ebitemp, ente bilaterale per il lavoro temporaneo, comunica l’adozione, in via transitoria del regolamento attuale delle prestazioni nonostante l’introduzione dell’Assegno Unico Universale

A fronte dell’introduzione dell’Assegno Unico Universale a decorrere dal 1 marzo 2022, l’Ente comunica che continuerà ad adottare in via transitoria il regolamento attuale delle prestazioni (contributo per l’acquisto di libri e materiale didattico per figli o minori sotto tutela, contributo per l’acquisto di materiale informatico per dad figli per covid-19, invalidità al 100% e per le prestazioni della tutela sanitaria rivolte ai familiari a carico) in merito ai carichi fiscali dei figli indicando al/lla lavoratore/rice di prendere a riferimento per il 2022 la percentuale di detrazione per carichi di famiglia dichiarata al datore di lavoro per i mesi di gennaio/febbraio 2022.
L’ente, inoltre, ha comunicato che, in merito alle presentazione straordinarie legate all’emergenza Covid-19,  è stata raggiunta la soglia del 70% del plafond di spesa disponibile per le prestazioni Covid relative alla Tutela Sanitaria (Ricoveri ospedalieri per Covid-19; Riabilitazione respiratoria per Covid-19; Sussidio per casi isolamento/quarantena dovuti al Covid-19 non coperti da contratto e previdenza/assistenza).In virtù di tanto, quindi, comunica che non potrà garantire l’accoglimento di tutte le richieste pervenute in data successiva al 24/2/2022.
Resta in ogni caso fermo il principio secondo cui le istanze saranno evase nel rigoroso rispetto dell’ordine cronologico di ricezione delle stesse.

L’Ebitemp, ente bilaterale per il lavoro temporaneo, comunica l’adozione, in via transitoria del regolamento attuale delle prestazioni nonostante l’introduzione dell’Assegno Unico Universale

A fronte dell’introduzione dell’Assegno Unico Universale a decorrere dal 1 marzo 2022, l’Ente comunica che continuerà ad adottare in via transitoria il regolamento attuale delle prestazioni (contributo per l’acquisto di libri e materiale didattico per figli o minori sotto tutela, contributo per l’acquisto di materiale informatico per dad figli per covid-19, invalidità al 100% e per le prestazioni della tutela sanitaria rivolte ai familiari a carico) in merito ai carichi fiscali dei figli indicando al/lla lavoratore/rice di prendere a riferimento per il 2022 la percentuale di detrazione per carichi di famiglia dichiarata al datore di lavoro per i mesi di gennaio/febbraio 2022.
L’ente, inoltre, ha comunicato che, in merito alle presentazione straordinarie legate all’emergenza Covid-19,  è stata raggiunta la soglia del 70% del plafond di spesa disponibile per le prestazioni Covid relative alla Tutela Sanitaria (Ricoveri ospedalieri per Covid-19; Riabilitazione respiratoria per Covid-19; Sussidio per casi isolamento/quarantena dovuti al Covid-19 non coperti da contratto e previdenza/assistenza).In virtù di tanto, quindi, comunica che non potrà garantire l’accoglimento di tutte le richieste pervenute in data successiva al 24/2/2022.
Resta in ogni caso fermo il principio secondo cui le istanze saranno evase nel rigoroso rispetto dell’ordine cronologico di ricezione delle stesse.

Il via alla procedura informatica Bando Isi 2021

Con comunicato Inail del 28 febbraio 2022 sono state pubblicate le date di apertura della procedura informatica per la compilazione delle domande relative al bando Isi 2021.

Sulla pagina informativa del Bando Isi 2021 è stato aggiornato il calendario con le date relative alla fase di compilazione online delle domande.
Dal 2 maggio e fino al 16 giugno 2022, le imprese possono accedere alla procedura informatica per inserire la domanda di partecipazione. Dal 23 giugno 2022 le imprese che avranno raggiunto, o superato, la soglia minima di ammissibilità e salvato definitivamente la propria domanda, potranno effettuare il download del codice identificativo necessario per procedere con l’inoltro online.
Il Bando Isi 2021, ha l’obiettivo di incentivare le imprese a realizzare progetti per il miglioramento documentato delle condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori rispetto alle condizioni preesistenti, nonché incoraggiare le micro e piccole imprese, operanti nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli, all’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature di lavoro caratterizzati da soluzioni innovative per abbattere in misura significativa le emissioni inquinanti, migliorare il rendimento e la sostenibilità globali e, in concomitanza, conseguire la riduzione del livello di rumorosità o del rischio infortunistico o di quello derivante dallo svolgimento di operazioni manuali.
L’iniziativa è rivolta a tutte le imprese, anche individuali, ubicate su tutto il territorio nazionale iscritte alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura e anche agli enti del terzo settore limitatamente all’Asse 2 di finanziamento.

Con comunicato Inail del 28 febbraio 2022 sono state pubblicate le date di apertura della procedura informatica per la compilazione delle domande relative al bando Isi 2021.

Sulla pagina informativa del Bando Isi 2021 è stato aggiornato il calendario con le date relative alla fase di compilazione online delle domande.
Dal 2 maggio e fino al 16 giugno 2022, le imprese possono accedere alla procedura informatica per inserire la domanda di partecipazione. Dal 23 giugno 2022 le imprese che avranno raggiunto, o superato, la soglia minima di ammissibilità e salvato definitivamente la propria domanda, potranno effettuare il download del codice identificativo necessario per procedere con l’inoltro online.
Il Bando Isi 2021, ha l’obiettivo di incentivare le imprese a realizzare progetti per il miglioramento documentato delle condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori rispetto alle condizioni preesistenti, nonché incoraggiare le micro e piccole imprese, operanti nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli, all’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature di lavoro caratterizzati da soluzioni innovative per abbattere in misura significativa le emissioni inquinanti, migliorare il rendimento e la sostenibilità globali e, in concomitanza, conseguire la riduzione del livello di rumorosità o del rischio infortunistico o di quello derivante dallo svolgimento di operazioni manuali.
L’iniziativa è rivolta a tutte le imprese, anche individuali, ubicate su tutto il territorio nazionale iscritte alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura e anche agli enti del terzo settore limitatamente all’Asse 2 di finanziamento.